Imposte

Fondazione commercialisti: meno fisco sulle famiglie ma cresce il carico dei tributi locali

di Giuseppe Latour

Scende (di poco) la pressione fiscale sulle famiglie. Ma galoppa il carico dei tributi locali e della tassazione sugli immobili. A rivelare la tendenza in atto nel nostro paese è uno studio della Fondazione nazionale dei commercialisti , che ha rielaborato dati Istat–Mef su redditi e carico fiscale nell’ultimo periodo. Mettendo in fila tutte le voci che incombono sui bilanci familiari: Irpef con relative addizionali, Imu/Tasi, tasse sulle auto, cedolare affitti.

Da questa analisi si scopre che nel 2017 il carico fiscale sulle famiglie cala, in rapporto al Pil, dopo essere stato in aumento costante, anche se lento, tra il 2013 e il 2016. Nel 2017, invece, si registra una riduzione di due decimali che, però, va letta in controluce. A gravare in modo più significativo sui conti delle famiglie sono, infatti, i tributi locali e le tasse sugli immobili.

In particolare, tra il 2013 e il 2017, a fronte di un aumento del Pil nominale del 7%, il gettito Irpef è aumentato del 5,9%, il gettito delle addizionali Irpef è cresciuto del 12% e quello Imu/Tasi del 21%. Il primo è passato da 14,8 a 16,5 miliardi di euro. Mentre il secondo è salito da 20,7 miliardi fino a oltre 25 miliardi. Complessivamente, comunque, il gettito delle imposte considerate come immediatamente riferibili alle famiglie cresce in questo periodo dell’8,1 per cento.

Il trend alla contrazione dello 0,2% nel 2017 si spiega, allora, soprattutto con l’inversione di tendenza del gettito erariale Irpef (+0,1%), che rallenta vistosamente rispetto all’andamento del Pil (+2,1% in valore a prezzi correnti, secondo le stime del Mef), e con la relativa stabilità del gettito delle addizionali Irpef regionali (+1%) e comunale (-0,2%), che insieme crescono dello 0,7%, a fronte di una crescita del gettito Imu stimata pari a +1,8%, quindi poco al di sotto della crescita del Pil.

Cala, poi, anche l’aliquota media del prelievo fiscale a carico delle famiglie, sulla base delle microsimulazioni effettuate dall’Istat. Il prelievo fiscale è stato, infatti, pari al 19,4% nel 2015, in discesa rispetto al 2014: -0,25 punti. La stessa aliquota è pari al 19% per le famiglie con un solo percettore di reddito, con un incremento di un decimale rispetto al 2014. E del 19,6% per le famiglie con due o più percettori di reddito, in calo di 0,4 punti rispetto al 2014.

Per le famiglie con reddito solo da lavoro dipendente l’aliquota media è leggermente più alta rispetto a quelle con reddito solo da lavoro autonomo: 19,76 per le famiglie con un percettore e 20,51 per quelle con due percettori, contro 18,96 e 19,07. Sul piano territoriale, infine, guardando alla ripartizione tra Nord ovest, Nord est, Centro e Sud del paese, si registrano lievi riduzioni dell’aliquota media fiscale in tutti i casi, con l’eccezione delle famiglie con un solo percettore nel Centro (+0,12) e nel Nord est (+0,36).

L’Osservatorio della Fondazione commercialisti

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