Imposte

Frontiere chiuse per virus, tasse sulla situazione virtuale

Le misure di contenimento stanno portando effetti spesso imprevisti sulla tassazione dei redditi

Le misure di contenimento adottate da tutti i Governi mondiali stanno producendo effetti imprevisti anche in tema di tassazione del reddito di lavoro dipendente prodotto all'estero.

L'Ocse, il 3 aprile, ha rilasciato una guida (Oecd Secretariat analysis of tax treaties and the impact of the Covid 19) evidenziando alcune problematiche d'immediato interesse legate al prolungamento delle misure di contenimento (residenza fiscale, tassazione del reddito, stabile organizzazione).

Alcuni Paesi (per esempio, Uk, Irlanda, Australia, Singapore) hanno già adottato provvedimenti unilaterali diretti a “neutralizzare” dal punto di vista fiscale il periodo di lockdown.

L’impostazione italiana
L'Italia al momento non ha espresso ancora alcuna posizione ufficiale. Tuttavia come consigliato dall'Ocse sarà necessario un forte coordinamento tra i singoli Stati («Exceptional circumstances call for an exceptional level of coordination between countries to mitigate the compliance and administrative costs for employees and employers associated with involuntary and temporary change of the place where employment is performed»).

Fenomeni di doppia tassazione o di doppia esenzione potrebbero, in effetti, essere molto frequenti qualora si dovesse continuare a ragionare su scala singola e sulla base del paradigma classico della fiscalità internazionale fondato sull'elemento della presenza fisica (principio già peraltro messo in forte discussione in altri settori della fiscalità internazionale).

L’accordo tra Germania e Olanda
Un esempio recente di virtuoso coordinamento tra Paesi è l'accordo tra Germania e Olanda (a cui ha fatto seguito quello tra Olanda e Belgio, Paesi che confermano quindi ancora una volta una forte sensibilità a questi temi).

Tale accordo introduce, in linea con le raccomandazioni Ocse, eccezioni, limitate nel tempo, all'applicazione delle regole generali previste dai Trattati contro le doppie imposizioni. Ad esempio viene introdotta la finzione (derogatoria rispetto al principio della presenza fisica) in base alla quale il lavoro da casa eseguito in un Paese diverso da quello in cui il dipendente avrebbe dovuto lavorare durante il periodo emergenziale dovrà essere considerato svolto e quindi il relativo reddito prodotto e tassato, in quest'ultimo Stato.

L'Accordo prevede, inoltre, che il dipendente per evitare la tassazione nel Paese di svolgimento dell'attività lavorativa (probabilmente quello di residenza fiscale), dovrà dotarsi di documentazione rilasciata dal datore di lavoro che attesti la situazione fattuale causata dall'emergenza pandemica.

Le prospettive future
Queste iniziative mirano, come detto, a superare l'attuale momento di difficoltà; non è escluso, tuttavia, che anche per la mobilità internazionale si possa incrementare a regime, per alcune figure professionali e sulla base dell'esperienza oggi maturata, il ricorso a modalità di lavoro agile.

In tale evenienza riemergeranno con forza tutti i dubbi interpretativi che stiamo affrontando in questo periodo che dovranno essere necessariamente risolti a livello normativo in modo organico e coordinato per evitare che si producano effetti negativi sui dipendenti (e di conseguenza sulle aziende e sulla loro competitività internazionale) o arbitraggi fiscali per eludere la tassazione sul reddito di lavoro dipendente.

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