Controlli e liti

Giudizio tributario, l’assoluzione dal reato può essere una prova

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di Laura Ambrosi

Nel giudizio tributario il contenuto della sentenza di assoluzione penale va valutato dal giudice poiché costituisce una prova al pari di altre sulla quale può fondare il proprio convincimento. A fornire questo importante principio è la Corte di cassazione con l' ordinanza n. 17619 depositata ieri.

Una società impugnava degli avvisi di accertamento con i quali l'Agenzia contestava l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. La contribuente si difendeva provando l'effettività dei rapporti commerciali intercorsi e a sostegno della propria tesi produceva anche la sentenza del giudizio penale, che aveva assolto il legale rappresentante.

Entrambi i giudici di merito, confermavano però la legittimità degli accertamenti ed in particolare la Ctr rilevava che le decisioni di proscioglimento o di assoluzione in sede penale non possono avere pregio nel processo tributario.

La società ricorreva così in Cassazione lamentando, tra i diversi motivi, anche un'omessa valutazione delle tante prove prodotte.

I giudici di legittimità hanno innanzitutto ribadito che la fattura costituisce il titolo per il contribuente ai fini del diritto alla detrazione dell'Iva e alla deducibilità dei costi. È poi l'ufficio che deve dimostrare il difetto delle condizioni per l'insorgenza di tale diritto, anche attraverso presunzioni semplici che vanno valutate dal giudice di merito.

In tale contesto, il collegio di appello aveva omesso di valutare numerosi elementi prodotti dalla contribuente in contrasto alla prova presuntiva fornita dall'Ufficio e tra questi la Ctr aveva escluso qualunque valenza alle sentenze penali di proscioglimento.

La Suprema corte sul punto ha evidenziato che sebbene non esista alcuna efficacia vincolante del giudicato penale per il giudizio tributario, il giudice è tenuto nell'esercizio dei propri poteri ad una valutazione della condotta delle parti e del materiale probatorio acquisito agli atti. Deve pertanto procedere ad un apprezzamento anche del contenuto della decisione penale, ponendola a confronto con altri elementi di prova acquisiti. Da qui l'accoglimento del ricorso.

Cassazione, sezione tributaria, ordinanza 17619 del 5 luglio 2018

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