Horizon, i contributi per la ricerca possono superare la spesa sostenuta
Il nuovo programma avrà un budget totale di 95,5 miliardi di euro. Prime scadenze dedicate a green deal, Covid-19 oltre a Pmi e Start up
Il contributo a fondo perduto previsto a favore delle imprese dal programma Horizon Europe può oltrepassare anche il 100% della spesa effettivamente sostenuta. Il principale programma di finanziamento europeo per la ricerca e l’innovazione, grazie a un budget di 95,5 miliardi di euro, ha già visto la pubblicazione dei primi bandi su green deal, Covid-19 e acceleratore per Pmi e mid-cap; citiamo, a titolo esemplificativo, il bando dell’acceleratore per Pmi e Start-up a sostegno di progetti per l’ambiente, con una dotazione di oltre 490 milioni di euro e due scadenze fissate al 16 giugno 2021 e al 6 ottobre 2021.
Numerose sono le novità che il nuovo programma Horizon Europe, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 12 maggio scorso, porta a confronto con il precedente programma Horizon 2020. Oltre al nuovo strumento acceleratore per le Pmi (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), nasce anche lo strumento apripista, a cui le imprese possono accedere anche in modalità singola. Oltre alla normale operatività di Horizon Europe, che prevede incentivi ai soggetti che fanno ricerca e innovazione, gli stessi hanno anche la possibilità di chiedere contributi per missioni.
L’agevolazione
Il contributo può arrivare fino al 100% dei costi ammissibili per i progetti di ricerca. Per le azioni di innovazione può essere rimborsato fino al 70% dei costi totali, per i soggetti giuridici senza scopo di lucro, il contributo rimane al 100 % dei costi totali ammissibili. Per le azioni di cofinanziamento del programma può essere rimborsato almeno il 30% e, in casi identificati e debitamente giustificati, fino al 70 % dei costi totali ammissibili.
Il contributo sale ulteriormente, considerando che sono rendicontabili e agevolabili i costi indiretti pari al 25% del totale dei costi diretti ammissibili. I richiedenti sono informati dell’esito della valutazione della loro domanda nel termine massimo di cinque mesi dal termine di presentazione delle proposte complete.
I soggetti avranno, per firmare le convenzioni, un termine di otto mesi dal termine ultimo di presentazione delle proposte complete. Da lì in poi possono iniziare il progetto e richiedere le agevolazioni spettanti.
Costi ammissibili
Sono ammissibili i costi relativi al personale fino alla concorrenza della retribuzione che un soggetto potrebbe percepirebbe per il lavoro svolto in progetti R&I finanziati da regimi nazionali.
Il costo da considerare comprende i contributi previdenziali e gli altri costi connessi alla retribuzione del personale assegnato all’azione, derivanti dal diritto nazionale o dal contratto di lavoro. I costi delle risorse messe a disposizione da terzi sotto forma di contributi in natura sono ammissibili fino a concorrenza dei costi diretti ammissibili del terzo interessato.
I profitti generati dallo sfruttamento dei risultati non sono considerati entrate. I beneficiari possono avvalersi delle loro consuete prassi contabili per individuare e dichiarare i costi sostenuti in relazione a un’azione, nel rispetto di tutti i termini e le condizioni stabiliti nella convenzione di sovvenzione. In caso di progetti di importo pari o superiore a 325mila euro, per ottenere il pagamento a saldo l’impresa deve fornire un certificazione relativa ai rendiconti finanziari. Queste possono essere rilasciate da un revisore esterno riconosciuto o, nel caso di organismi pubblici, da un pubblico ufficiale competente e indipendente.
Casi particolari
Se un beneficiario non rispetta gli obblighi relativi all’attuazione tecnica dell’azione, gli altri beneficiari devono adempiere a tali obblighi senza ulteriori finanziamenti dell’Unione, a meno che non siano espressamente esonerati da tale obbligo. In compenso, la responsabilità finanziaria di ciascun beneficiario si limita ai suoi debiti.
Un’azione, però, può essere cessata qualora i risultati attesi abbiano perso la loro rilevanza per l’Unione per motivi scientifici o tecnologici o, nel caso dell’Acceleratore, anche per motivi economici. La Commissione avvia una procedura con il coordinatore dell’azione e, se del caso, con esperti esterni indipendenti, prima di decidere di cessare un’azione.