Controlli e liti

I controlli sul no profit setacciano utili e attività

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di Andrea Fatarella e Gabriele Sepio

Modalità di svolgimento delle attività di interesse generale ed effettiva destinazione degli utili a finalità sociali. Sono questi i punti chiave intorno ai quali ruotano i controlli del fisco nel caso degli enti non profit. In attesa della completa attuazione della riforma del Terzo settore e dell’entrata in funzione del Registro unico nazionale (si veda l’altro articolo in pagina), gli adempimenti e i controlli fiscali continuano a essere regolati dalle norme precedenti.

Le verifiche sulle Onlus

Per le Onlus, in primo luogo, occorrerà prestare attenzione in particolare all’effettivo perseguimento delle finalità solidaristiche, all’assenza di distribuzione di utili, alla corretta tenuta delle scritture contabili, al rispetto dei limiti nell’esercizio della raccolta fondi e delle attività direttamente connesse. I proventi relativi a queste ultime attività, ad esempio, non potranno superare secondo la legge il limite del 66% delle spese complessive dell’ente.

La mancanza dei requisiti previsti dal decreto legislativo 460/1997 comporta la perdita della qualifica, con cancellazione dell’ente dall’anagrafe Onlus.

Oltre ai controlli effettuati in sede di iscrizione all’anagrafe (di carattere formale), l’amministrazione finanziaria può effettuare controlli successivi, anche attraverso ispezioni nei locali dell’ente (articoli 32 Dpr 600/1973 e 52 Dpr 633/1972).

Al provvedimento di cancellazione si accompagna anche l’accertamento fiscale, con ripresa a tassazione dei proventi in base alle norme ordinarie. Il venir meno del regime agevolativo, infatti, farà cadere la decommercializzazione delle attività istituzionali e la detassazione dei redditi d’impresa derivanti da quelle direttamente connesse.

Ai rappresentanti legali e agli amministratori potranno essere anche applicate le sanzioni connesse all’abuso della denominazione di Onlus e all’indebita fruizione dei benefici.

Le verifiche sulle associazioni

Una parte consistente dei controlli riguardanti il mondo non profit interessa anche gli enti associativi. In questo caso sarà importante fare attenzione al tipo di attività svolta nei confronti degli associati.

Se le quote associative sono defiscalizzate, infatti, non sempre i servizi resi a fronte di corrispettivi specifici hanno lo stesso trattamento: si pensi, ad esempio, a un’associazione culturale che apra la propria struttura anche a soggetti diversi dagli associati o che offra un «servizio bar» (articoli 148 Tuir e 4 Dpr 633/1972).

Caso diverso è quello in cui si nasconda, dietro lo schermo di iscrizioni associative “fittizie”, l’esercizio di vere e proprie attività commerciali con finalità lucrative (si pensi, ad esempio, all’ipotesi in cui un vero e proprio ristorante si presenti formalmente nella veste di associazione culturale).

Le verifiche del fisco si concentrano, in questi casi, sulle concrete dinamiche della vita associativa. I responsabili dell’ente dovranno prestare particolare attenzione, pertanto, all’aggiornamento del libro soci e alla regolare tenuta dei verbali d’assemblea, allo scopo di dimostrare l’effettiva esistenza di una vita democratica dell’ente, oltre che alla corretta conservazione e tenuta dei documenti contabili, per togliere ogni dubbio circa possibili distribuzioni dirette o indirette di utili.

I contributi

Attenzione anche alla rendicontazione del 5 per mille. In attesa dell’operatività delle nuove regole, introdotte dal Dlgs 111/2017 (e del relativo Dpcm attuativo), restano obbligati a trasmettere il rendiconto all’amministrazione erogatrice (per il Terzo settore, il ministero del Lavoro) gli enti che hanno ricevuto importi uguali o superiori a 20mila euro.

Tutti i beneficiari dei contributi sono tenuti, in ogni caso, alla puntuale rendicontazione delle somme attribuite e alla conservazione per dieci anni dei documenti collegati. L’amministrazione finanziaria, infatti, potrà effettuare negli anni successivi controlli a campione e, in caso di violazioni, potrà poi procedere al recupero delle somme erogate.

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