Controlli e liti

Il bivio della giurisdizione Per la giustizia tributaria chance di riforma a tappe

La controversa opzione della magistratura togata può sdoppiare i dossier

di Alessandro Galimberti

In attesa di una calendarizzazione che sconta la precedenza del rito civile e di quello penale - entrambi all’impegnativo voto parlamentare in queste ore - la riforma della giustizia tributaria deve ancora risolvere la questione di fondo più divisiva.

Le due opzioni alternative proposte dalla commissione interministeriale, la creazione di una magistratura togata specializzata piuttosto che un rafforzamento degli attuali ruoli - scelta che appare ancora lontana da un indirizzo politico chiaro e univoco - anche se determinante non assorbe però tutti i temi di riassetto del sistema.

Sul tavolo, come anticipato nel corso del primo webinar di Modulo 24 Contenzioso tributario andato online giovedì scorso (con i componenti del comitato scientifico Antonio Iorio, Paola Coppola, Giuseppe Melis, Laura Ambrosi, Francesco Pistolesi e Francesco Falcone) restano correttivi potenzialmente molto importanti e che potrebbero anche viaggiare su un binario di approvazione più veloce e meno dispersivo rispetto al versante dell’ordinamento giudiziario.

L'allargamento del contraddittorio preventivo, i provvedimenti in autotutela dell’amministrazione, la tutela contro gli atti illegittimi emessi dall'amministrazione e l’impugnabilità degli estratti di ruolo, in particolare, sono gli ambiti disegnati dalla commissione interministeriale su cui le parti e gli attori del procedimento tributario hanno trovato un idem sentire, così come sull’ampliamento del perimetro degli istituti deflattivi del contenzioso.

Più inevitabilmente legati al tema della giurisdizione restano invece le questioni inerenti la prova testimoniale - su cui la commissione sta rimuovendo, pur con molti e circostanziati limiti, lo storico veto - e il ricorso pregiudiziale per saltum in Cassazione. Questo istituto, come ha sottolineato nel webinar di Contenzioso 24 Paola Coppola, professore ordinario di diritto tributario alla Federico II di Napoli, apre ambiti molto interessanti di applicazione anche se, a differenza delle procedure “classiche” (civile e penale) sconta una legislazione di riferimento alluvionale, poco stabile nel tempo e caratterizzata dalla presenza di norme temporanee (quando non di canoni di giudizio di provenienza regolamentare, si pensi ai principi internazionali di contabilità) con l’inevitabile attenuazione dell’effetto nomofilattico del giudizio pregiudiziale di legittimità. Tuttavia la soluzione anticipata di questioni che coinvolgono una oggettiva difficoltà di interpretazione delle norme, o anche solo di coordinamento nazionale e/o internazionale, potrebbe dare un notevole impulso allo smaltimento dell’arretrato tributario di legittimità, che rappresenta oltre il 50% delle pendenze in Corte di Cassazione.

Il tappo parlamentare delle due grandi riforme procedurali - civile e penale, appunto - non agevola la tempistica della soluzione del versante tributario - storicamente la quinta, mancata giurisdizione - anche se fonti del ministero escludono il temuto rallentamento del dossier.

Dossier che comunque a questo punto potrebbe anche sdoppiarsi per dribblare la questione, ancor oggi divisiva, della scelta dell’organizzazione giudiziaria per il processo tributario.

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