Professione

Il Governo ai commercialisti: meno sanzioni penali e fiscali

In arrivo la riforma dei reati fallimentari con pene proporzionate alla gravità dei fatti. Meloni: «Nuovo patto per superare un sistema vessatorio». Da gennaio riforma dell’accertamento

di Giovanni Parente e Gianni Trovati

Nel cantiere della riforma della giustizia entrerà anche una revisione del diritto penale collegato alle crisi d’impresa. Il principio guida sarà quello della revisione delle sanzioni, per aumentarne la proporzionalità con la gravità delle violazioni e il collegamento stretto con le responsabilità effettive di amministratori e professionisti. Con la stessa impostazione, quindi, che guiderà la riforma delle sanzioni in campo fiscale prevista dalla delega ora alla Camera.

A tracciare l’orizzonte delle nuove regole per i professionisti è stato il governo, intervenuto con una ricchissima delegazione all’Assemblea generale del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili guidato da Elbano de Nuccio. La linea è stata indicata direttamente dalla premier Giorgia Meloni, che ha indicato l’esigenza di «creare un rapporto completamente nuovo tra lo Stato e il contribuente semplificando gli adempimenti e assicurando maggiori garanzie contro un Fisco che troppo spesso è sembrato vessatorio».

L’accoglienza degli oltre 1.600 commercialisti provenienti dai 132 ordini territoriali che si sono riuniti ieri alla Nuvola di Fuksas è stata a tratti entusiasta; figlia di un rapporto che il centrodestra ha costruito negli anni, e che negli ultimi mesi si è tradotto in un confronto continuo alla base di una serie di «obiettivi raggiunti» su adempimenti e semplificazioni rivendicati dal presidente de Nuccio.

Lo strumento per costruire il nuovo Patto è ovviamente rappresentato dall’attuazione della delega fiscale, che secondo il governo dovrebbe marciare a tappe forzate con l’approvazione parlamentare prima dell’estate e i primi decreti legislativi in vigore da gennaio. «Ci sono temi condivisi che non hanno bisogno di risorse - ha spiegato il viceministro all’Economia Maurizio Leo -, e con la buona volontà di tutti credo si possano smarcare da gennaio». Il riferimento è in particolare alla riforma dell’accertamento con il debutto del concordato preventivo biennale per le partite Iva e della cooperative compliance per le società più grandi: due meccanismi in cui le professioni contabili giocheranno un ruolo di primo piano. Un’altra lepre della delega potrebbe essere rappresentata dalla revisione del calendario fiscale, con le sospensioni strutturali ad agosto e per Natale, e i ritocchi al contenzioso con la previsione del deposito del dispositivo già alla fine dell’udienza, cancellando le attuali attese che possono arrivare anche a diversi mesi.

L’apertura all’opposizione è respinta al mittente dal presidente M5S Giuseppe Conte e dalla segretaria Pd Elly Schlein. Più possibilista la posizione di Italia Viva che con Luigi Marattin chiede però di cancellare alcune previsioni, considerate simboliche dalla maggioranza, a partire dalla flat tax. Sul nuovo patto fiscale interviene a distanza il segretario generale Cgil, Maurizio Landini: «Non so se le persone più adatte siano proprio i commercialisti». Parole «letteralmente sbalorditive» per il presidente de Nuccio e che «non fanno onore al prestigio del sindacato che presiede».

Saranno comunque necessarie analisi più complesse invece per la revisione delle sanzioni, chiamata a garantire più proporzionalità, cancellando le penalità eccessive come quelle sull’Iva censurate anche dalla Corte costituzionale (sentenza 46/2023; Sole 24 Ore del 18 marzo), e a eliminare le duplicazioni: «Oggi lo stesso illecito può essere punito cinque volte con le sanzioni amministrative, accessorie, penali, da 231 e la confisca», ha sottolineato Leo.

La stessa filosofia appare destinata a guidare la riforma del diritto penale fallimentare prospettata sempre alla Nuvola dal viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto. Sono due le modalità per tradurre in pratica questa impostazione. «Noi dobbiamo rafforzare il nesso di causalità - ha sottolineato Sisto - e stabilire che solo chi è direttamente responsabile del default può andare incontro alle sanzioni».

L’altra leva è quella della modulazione delle sanzioni alla gravità dei fatti contestati al responsabile individuato per quella via. «A violazione meno grave corrisponderà una sanzione meno grave», detta Sisto, in un’ottica che traduce anche sul terreno sanzionatorio l’impostazione della riforma appena approvata del diritto fallimentare: l’obiettivo è quello di costruire sanzioni che garantiscano la continuità dell’impresa, faro delle nuove regole sulla crisi, superando la struttura attuale che porta l’interruzione dell’attività come conseguenza naturale della sentenza: al cambio di rotta sarà dedicato un tavolo fra il governo e le professioni che vedrà in prima fila i commercialisti.

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