ApprofondimentoControlli e liti

Il nuovo adempimento collaborativo allontana lo spettro del controllo repressivo

di Marco Miccinesi

N. 35

settimana-fiscale

L'adempimento collaborativo è stato introdotto nel nostro ordinamento con il Dlgs n. 128/2015 come istituto rivolto essenzialmente alle grandissime imprese, già all'epoca in grado di dotarsi di un efficace sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo dei rischi fiscali e, correlativamente, capaci di assumere il ruolo di soggetti pilota nella sperimentazione di un regime destinato ad espandersi progressivamente nel tempo. La riforma tributaria, attuata con il Dlgs n. 221/2023, ha sicuramente potenziato l'istituto, sia attraverso l'ampliamento della platea dei soggetti ammessi al regime, sia rafforzando la sua struttura giuridica.

Riforma tributaria e adempimento collaborativo

L'istituto dell'adempimento collaborativo era inizialmente riservato a (i) soggetti residenti e stabili organizzazioni italiane di soggetti non residenti con volume d'affari o di ricavi non inferiore a 10 miliardi di euro e (ii) soggetti residenti e non residenti con stabile organizzazione in Italia che avessero presentato istanze di adesione al "progetto pilota" sul regime di adempimento collaborativo del 2013 con un fatturato non inferiore a 1 miliardo di euro. L'unica eccezione al requisito dimensionale...