Controlli e liti

Il pericolo è concreto, contrasto necessario

di Luigi Ciampoli

Sostenere che la moneta virtuale non rappresenti un pericolo di destabilizzazione per l'economia degli Stati, costituisce una affermazione che non tiene conto della continua, costante, veloce crescita del suo valore che ha dimostrato di poter esercitare .

Ma vi sono ulteriori ragioni per ritenere, come pure è stato rilevato, quello del bitcoin come un fenomeno capace di procurare profondi dissesti e perdite non solo tra i soggetti investitori ma anche tra gli Stati. La caratteristica del bitcoin è infatti rappresentata dalla assoluta carenza di trasparenza e tracciabilità, dalla mancanza di un corso legale, dalle imprevedibili ed incontrollabili fluttuazioni del mercato, dalla impossibile ricostruzione delle operazioni di acquisto e cambio, dalla non identificabilità del titolare delle operazioni.

In presenza di tali caratteristiche appare arduo accreditare il bitcoin con giudizi di liceità, mancando ad esso, proprio quei requisiti, ritenuti essenziali per una piena legittimità.

Nella disamina del fenomeno del bitcoin tutto si basa su situazioni di incertezza e di scarsa possibilità di ricostruzione. Incerta, infatti, la sua nascita che, pur genericamente collocata nel 2009, conserva l'incognita del suo reale ideatore; incerto e precario, estremamente fluttuante, il suo valore di mercato determinato attraverso il numero di contrattazioni, a loro volta non identificabili, non ricostruibili, non trasparenti. Non accertabile, e quindi non sicuramente quantificabile, la valutazione del rapporto tra domanda ed offerta negli scambi commerciali ed il numero di prestazioni avvenute in rete. Non chiaro e non trasparente il trasferimento e la collocazione contabile del denaro reale e l’allocazione nelle fonti di bilancio, non decifrabile nella inesistente registrazione delle operazioni. Significative sul punto, e non sorrette da motivazione, le molteplici fluttuazioni del valore della criptovaluta e la sua capitalizzazione, a dimostrazione della sua fragilità.

Anche la ventilata istituzione di una blockchain, diretta a costituire il registro pubblico condiviso per la validazione delle transazioni bilaterali, appare contornata dalle incertezze sulla sua materiale e corretta tenuta e collocazione, nonché dal carente obbligo di registrazione.

In conclusione, non sembrano condivisibili quelle previsioni tranquillizzanti basate su criteri di attesa o di assenza di reale pericolo. Ancor peggio, lasciarsi trasportare ed entusiasmare dalla previsione di futuri ed esaltanti traguardi dell'economia.

Il pericolo di gravi turbamenti sussiste,è concreto e sollecita efficaci iniziative di contrasto, quantomeno assicurando il rispetto dei requisiti di chiarezza e trasparenza, la cui esigenza quotidiana si propone nella lotta al denaro occulto, al terrorismo di matrice interna ed internazionale. Un generale, comune impegno, anche in campo internazionale, sarebbe dunque auspicabile, superando l'egoistica ritrosia degli Stati verso iniziative che insieme alla tutela degli interessi singoli considerino pure l'utilità di una generale comune tutela avverso devastanti crisi economiche e finanziarie.

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