Controlli e liti

Il sequestro dei crediti ceduti può travolgere tutte le detrazioni casa

La Cassazione conferma la linea dura sul tema, che non riguarda più soltanto il 110% ma tutti i bonus edilizi

di Giuseppe Latour

I crediti ceduti a banche e altri soggetti sono sequestrabili; non conta la buona fede di chi ha comprato. La Cassazione conferma la linea dura sul tema dei sequestri dei crediti legati ai bonus edilizi. E, anzi, allarga il tiro: il principio è applicabile a tutte le detrazioni casa, non vale più soltanto per il superbonus, che era al centro di una serie di sentenze della Terza sezione penale della Cassazione di fine ottobre (tra queste le n. 40866, 40867, 40869 del 2022).

È il senso della sentenza n. 44647 della seconda sezione penale della Cassazione, depositata il 23 novembre 2022, che esamina il caso di un pacchetto di crediti acquistati da Poste italiane e collegati a un bonus facciate. La vicenda segue uno schema ormai frequente.

Il Gip emette un decreto di sequestro preventivo di somme e crediti fiscali nell’ambito di un’indagine per più reati di truffa aggravata: secondo l’ipotesi accusatoria, questi crediti erano fittizi. Questo decreto viene annullato per la parte che riguarda i crediti nel cassetto fiscale di Poste: la società, infatti, era totalmente estranea alla truffa (e anzi era parte offesa) e quindi a lei non si poteva applicare il sequestro impeditivo. Si arriva, così, con un altro ricorso, all’ultima decisione. Come per le precedenti sentenze, la difesa puntava sul fatto che il diritto alla compensazione del credito non è legato alla detrazione, ma nasce con la comunicazione dell’opzione di cessione e sconto. Quindi, le contestazioni che travolgono la detrazione non toccano i diritti di chi ha acquistato in buona fede.

Per la Cassazione questo schema non funziona. Così, è «non condivisibile» la conclusione per la quale la «pacifica buona fede della società» le consentirebbe di far circolare i crediti. Il motivo è che le opzioni per la cessione e lo sconto sono una derivazione del diritto originario. Quindi, la sentenza conferma la precedente impostazione sul sequestro in materia di 110% e la applica al bonus facciate: il ragionamento riguarda tutti i bonus edilizi. Il sequestro preventivo di tipo impeditivo «implica l’esistenza di un collegamento tra il reato e la cosa e non tra il reato e il suo autore, sicché possono essere oggetto del sequestro anche le cose in proprietà di terzo estraneo». La buona fede di chi compra «non preclude il sequestro preventivo».

Il question time

Non è la sola novità arrivata sui bonus casa. In commissione Finanze alla Camera il sottosegretario all’Economia, Federico Freni ha risposto a due quesiti. Nel primo ha esaminato la proroga del 110% per gli Iacp: attualmente, è previsto solo fino a a fine 2023, per gli interventi per i quali al 30 giugno sia stato raggiunto il 60% dei lavori. Una proroga «potrà essere valutata in coerenza con i vincoli imposti dal rispetto dei saldi programmati di finanza pubblica». Altra risposta è arrivata su Poste e il blocco degli acquisti. «Poste italiane – ha spiegato Freni – ha da sempre fatto valere il proprio indiscusso sostegno, e si rende ancora una volta disponibile a ogni tipo di confronto, nell’intento di addivenire a una soluzione equilibrata, condivisa, che tenga conto di tutti gli interessi coinvolti, incluse la sostenibilità del bilancio e delle regole contabili cui anche il bilancio di Poste italiane è sottoposto».

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