Imposte

Interpello nuovi investimenti più flessibile

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di Giovanni Parente

Interpello nuovi investimenti con più flessibilità. Possibilità di accesso al regime anche per investimenti cross border (naturalmente con le dovute limitazioni). Tempi differenziati per domande più urgenti e altre meno presentate nello stesso interpello. Estensione della procedura anche alle richieste sull’applicabilità o meno dei benefici convenzionali nelle ritenute sui dividendi “trasferiti” all’estero. Sono alcuni dei punti che potrebbero essere chiariti a breve in riferimento all’istituto introdotto da uno dei decreti attuativi della delega fiscale (il Dlgs 147/2015 sull’internazionalizzazione) in una circolare delle Entrate più complessiva sugli interpelli. È quanto emerso ieri a Roma nel convegno «Il nuovo scenario nelle relazioni tra Fisco e Contribuente» organizzato da Sts Deloitte a cui hanno partecipato anche rappresentanti di grandi imprese e dell’Agenzia.

Nell’occasione è stato diffuso l’aggiornamento del bilancio sul primo anno di operatività dell’interpello nuovi investimenti. Sono 12 le istanze presentate di cui 7 da investitori stranieri (da soli o in joint venture con partner italiani). Dodici istanze che in realtà “valgono” per 34 perché con quello per i nuovi investimenti si possono veicolare anche gli altri tipi di interpelli (ordinario, probatorio, anti-abuso, disapplicativo). Ma soprattutto il potenziale impatto dei nuovi investimenti ammonta complessivamente a 5 miliardi di euro e sbocchi occupazionali per quasi 77mila posti di lavoro. Vale la pena ricordare che a questo particolare regime possono accedere i contribuenti italiani o stranieri che intendano effettuare nel nostro Paese investimenti per importi non inferiori a 30 milioni di euro, con rilevanti e durature ricadute occupazionali. L’obiettivo è quello di garantire certezza del diritto perché la risposta vincola l’agenzia delle Entrate, in relazione al piano di investimento descritto nell'istanza, nei confronti di tutti i soggetti coinvolti nell'investimento, senza possibilità di rettifica in autotutela, e resta valida fino a che sono invariate le circostanze di fatto e di diritto sulla cui base è stata fornita.

Al di là dell’aggiornamento numerico, è stato sottolineato come i quesiti posti finora sono stati variegati. C’è stato quello trasposto nella risoluzione 4/E sulla stabile organizzazione sul deposito Iva, ma anche richieste sul credito d’imposta ricerca e sviluppo e sul superammortamento le cui risposte sono confluite nelle rispettive circolari già pubblicate.

Per la procedura, invece, si annunciano semplificazioni. Con l’Agenzia che potrebbe aprire sugli investimenti cross border, ossia quelli per i quali il calcolo dell’importo va effettuato per la parte largamente maggioritaria in Italia e per una quota più ridotta all’estero all’interno di un progetto anche superiore ai 30 milioni di euro. O ancora con la possibilità di fornire anche risposte disgiunte. In pratica se c’è una risposta più urgente (perché, ad esempio, gli investitori devono partecipare a una gara) l’Agenzia può darle priorità, rispondendo successivamente agli altri quesiti. Ma anche sui flussi di ritorno da investimenti esteri potrebbero aprirsi le porte dell’interpello nuovi investimenti con specifico riferimento all’interpretazione (ma non alla quantificazione) sull’applicabilità o meno dei benefici convenzionali sulle ritenute per i dividendi.

Infine una semplificazione che non attende la circolare. È già in atto, infatti, la politica dell’ interlocuzione informale per la documentazione integrativa : arriva via posta elettronica certificata e viene protocollata. Questo sistema evita così di prorogare i termini della risposta, che per l’interpello nuovi investimenti sono di 120 giorni e che l’iter “tradizionale” di acquisizione di altri documenti farebbe slittare di ulteriori 90 giorni. A conferma - se ce ne fosse bisogno - che anche il tempo è denaro.

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