Intrastat, imprese in pressing
Rispetto del principio di affidamento tra fisco e contribuenti: è questa la richiesta delle imprese e degli operatori ai direttori dell’agenzia delle Entrat e, dell’agenzia delle Dogane e dell’Istat.
Gli elenchi Intra, cancellati con il decreto legge fiscale 193/2016 e ripristinati nel corso della conversione del Milleproroghe, il Dl 244/2016, rischiano di diventare l’ennesimo capitolo paradossale del Fisco. Infatti, le imprese già soggette all’adempimento mensile dovrebbero effettuare l’invio del modello Intra entro la scadenza ordinaria del 25 febbraio (che, essendo di sabato, slitta a lunedì 27) senza che, a oggi, l’obbligo sia stato recepito in legge. Il Ddl di conversione del Milleproroghe, infatti, è all’esame della Camera, dove è stato assoggettato al voto di fiducia,in programma per oggi, mentre l’approvazione finale è attesa per domani. Se tutto procederà senza intoppi, quindi, il decreto con la legge di conversione dovrebbe essere pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» di venerdì 24 febbraio.
È per questo che Carlo Bonomi, presidente del Gruppo tecnico per il fisco di Confindustria, ha scritto alle Entrate, alle Dogane e all’Istat perché sia applicato lo Statuto del contribuente.
Secondo lo Statuto gli adempimenti tributari non possono essere riversati sui contribuenti all’ultimo minuto, ma ci devono essere per lo meno 60 giorni a disposizione. Inoltre, nelle situazioni di obiettiva incertezza non devono essere applicate le sanzioni per eventuali errori.
La lettera di Confindustria ripercorre il comunicato diffuso venerdì da Entrate, Dogane e Istat: l’obbligo di trasmissione delle comunicazioni «permane solo a carico dei soggetti passivi Iva già tenuti alla presentazione mensile dei Modelli Intra-2 per gli acquisti di beni ovvero che rientrino in tale periodicità in base all'ammontare delle operazioni intracomunitarie di acquisto di beni per un valore superiore a 50mila euro nel IV trimestre 2016 ovvero a gennaio 2017» (si veda Il Sole 24 Ore del 18 febbraio). Il comunicato specifica che l’invio deve essere effettuato con «le consuete modalità».
Confindustria rileva che, tra l’altro, manca «chiarezza con riferimento ai dati concernenti le prestazioni di servizi ricevute». Tuttavia, il punto centrale è la reintroduzione di un adempimento alla vigilia della scadenza.
Non si tratta di contestare le finalità del modello Intra, che serve per le statistiche europee, ma di dar tempo alle imprese che a gennaio, sulla base della legge, hanno fatto la trasmissione del modello relativo a dicembre 2016, confidando che fosse l’ultimo appuntamento.
Le amministrazioni - ne sono consapevoli imprese e professionisti - sono obbligate a prendere atto dell’inversione di marcia del legislatore che ha reintrodotto gli Intra, ma devono anche mettere i contribuenti in condizione di adempiere secondo le garanzie dello Statuto.
Nello stesso tempo va messo nero su bianco che i contribuenti, in una situazione di incertezza legislativa, non possono essere colpiti da sanzioni. Il direttore delle Entrate, Rossella Orlandi, parlando lunedì a margine di un convegno a Milano, si è pronunciata in tal senso. Si tratta di una presa di posizione che ora - per fugare ogni dubbio - dovrebbe essere recepita in una comunicazione scritta.