L’Ocse avvia consultazione sulla tassa digitale
Mentre l’Ocse prosegue nella ricerca di una via comune alla tassazione digitale, ponendo in consultazione pubblica - i prossimi 13 e 14 marzo a Parigi - lo stato di avanzamento dei lavori, la Commissione europea boccia (quantomeno sotto l’aspetto dell’incasso atteso) la digital tax della Spagna, partita giusto un mese fa.
Questi ultimi fatti registrati dalla cronaca danno ancora una volta la chiara percezione delle difficoltà in cui i legislatori nazionali e le istituzioni internazionali si stanno muovendo per recuperare alla collettività la grande migrazione di imponibile generata dalla rivoluzione digitale, ancora lontani da una soluzione condivisa e “sostenibile”.
L’Ocse all’esito della riunione della scorsa settimana dei gruppi di lavoro sulla digital tax (264 delegati di 95 giurisdizioni) si è focalizzata su due “pilastri”. Il primo riguarda la frazionabilità del diritto di tassare il reddito delle imprese multinazionali tra le giurisdizioni, compresi le tradizionali regole sui prezzi di trasferimento e il principio di libera concorrenza. Questi dogmi del diritto tributario internazionale verranno modificati per tenere conto dei cambiamenti che la digitalizzazione ha determinato nell’economia mondiale. In particolare i tecnici stanno “stressando” il concetto del cosidetto “nexus” - cioè le regole di connessione tra un’azienda e la sua giurisdizione “naturale” - e le regole sulla determinazione della parte di profitto che deve essere assegnata a tale giurisdizione.
Il quadro cosidetto «inclusivo» esaminerà le proposte basate sui concetti di intangibili - in sostanza la valutazione economica del traffico di dati - , il contributo degli utenti (piattaforme social) e il concetto di «presenza economica significativa», e su come possono essere utilizzati per modernizzare il sistema fiscale internazionale per affrontare le sfide fiscali della digitalizzazione.
Il secondo pilastro mira a risolvere i rimanenti problemi Beps (erosione della base imponibile e trasferimento dei profitti) ed esaminerà due serie di norme collegate per fornire un rimedio nei casi - ormai frequenti - in cui il reddito è soggetto a tassazione nulla o molto bassa.
Data l'importanza delle nuove proposte per il sistema fiscale internazionale, verrà pubblicato un documento che descrive in dettaglio i due pilastri per una consultazione pubblica si terrà il 13 e il 14 marzo prossimi a Parigi nell’ambito della riunione della Task Force sull’economia digitale. Ulteriori dettagli sul processo di consultazione, compreso il modo in cui le parti interessate possono fornire input e partecipare più efficacemente, insieme al documento di consultazione, saranno pubblicati nelle prossime settimane.
Intanto ieri la Commissione Ue ha sollevato perplessità sul gettito previsto dalla Spagna per la nuova digital tax. Il governo spagnolo ha approvato questo mese un progetto di legge che impone alle grandi società il 3% di imposizione del loro fatturato digitale, misura che dovrebbe portare circa 1,2 miliardi di euro/anno nelle casse erariali per abbassare all’1,3% (dal 2,7% attuale) il rapporto debito/Pil. Il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, e il commissario per l’economia Pierre Moscovici hanno scritto una lettera al governo spagnolo esprimendo «dubbi sulla stima della capacità di aumentare le entrate» della nuova tassa digitale.