La confisca è estesa a casi di corruzione consumata tra privati
Riallineare il nuovo codice antimafia alle regole comunitarie in materia di confisca allargata, dove soprattutto è imposta l’adozione di questo strumento per la condanna nei casi di corruzione tra privati. È quanto prevede uno degli emendamenti che il Governo si appresta a presentare al decreto legge fiscale collegato alla manovra di bilancio e ora all’esame della Commissione Bilancio del Senato. E non è il solo. Nel pacchetto di correttivi proposti dai vari dicasteri e ora al vaglio dei tecnici di Palazzo Chigi e del Mef ci sono anche le norme che consentono al Consiglio nazionale dei commercialisti di istituire le Scuole di alta formazione e di prevedere l’iscrizione degli “specialisti” nella sezione A dell’albo. Per gli avvocati, invece, potrebbe arrivare una riduzione dei costi di gestione che sono chiamati a sostenere sul fronte assicurativo: la polizza va prevista per i collaboratori, praticanti e dipendenti per i quali non sia attiva una copertura assicurativa obbligatoria Inail.
Confisca allargata stile Ue
Il Presidente della Repubblica, nel promulgare il nuovo codice antimafia (dato in arrivo sulla Gazzetta Ufficiale di sabato prossimo) si era rimesso «alla responsabilità del Governo» nell’individuare, «in tempi necessariamente brevi», modi e forme per «ripristinare, anche a fini della certezza del diritto»,le regole sulla confisca allargata con cui era stata data attuazione in Italia alla direttiva comunitaria numero 42 del 2014. Con l’emendamento che il Guardasigilli si appresta a presentare al Senato si punta a reintrodurre la possibilità di ricorrere allo strumento della confisca allargata per reprimere condotte corruttive messe in atto da soggetti che rivestono posizioni apicali di amministrazione di controllo di società o enti privati. Con lo stesso emendamento, poi, vengono inclusi nell’elenco dei reati presupposto per l’applicazione della confisca anche i fatti più gravi realizzati in forma associativa di uso illecito di carte di credito, di accesso illecito a più sistemi informatici.
Le Saf dei commercialisti
Dopo gli avvocati arrivano anche le Scuole di alta formazione dei dottori commercialisti. Sempre con un emendamento del Governo al Dl fiscale su cui i tecnici dell’Esecutivo hanno avviato in questi giorni le istruttorie per depositarlo a Palazzo Madama, intervenendo direttamente sull’ordinamento professionale, si consente al Consiglio nazionale di garantire ai propri iscritti di conseguire il titolo di specialista promuovendo od organizzando l’istizione di scuole di alta formazione. La norma, che comunque deve ancora ottenere il via libera del Parlamento, rende operative queste scuole già di fatto “in costruzione”. Inoltre, lo stesso emendamento prevede che nella sezione A dell’albo professionale gli elenchi siano suddivisi per specializzazioni dove sono riportati gli iscritti in possesso di titolo di specializzazione professionale collegato ad attività previste tra le competenze riconosciute. Vanno indicate anche le modalità di conseguimento di questa specializzazione. Per diventare “commercialista specialista” occorre essere iscritti da almeno 5 anni nella sezione A dell’albo e avere almeno 200 ore di percorsi formativi, o ancora un diploma di specializzazione universitaria, ovvero la qualifica di professore universitario di ruolo in materie giuridiche ed economiche. A istituire le Saf saranno gli Ordini territoriali in collaborazione con le università. L’emendamento, infine, fa salve le regole di accesso e di esercizio della revisione legale dei conti annuali e di quelli consolidati.