La linea di Tria: riscossioni mirate su debitori solvibili con patrimoni
Riscossione mirata su debitori in grado di poter saldare il proprio conto con l’Erario e sui crediti che hanno maggiori possibilità di essere incassati. Passa anche da qui il miglioramento della performance dell’amministrazione finanziaria, chiesta dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria, con l’atto di indirizzo delle politiche fiscali per il triennio 2019-202 pubblicato ieri sul sito del ministero. Linee guida che, nel solco delle passate edizioni, rilanciano con grande enfasi «l’obiettivo di contrastare l’evasione e ridurre il tax gap per abbassare la pressione fiscale sui contribuenti compliant, al fine di realizzare un sistema fiscale più equo e favorevole alla crescita».
Tra i 12 «ambiti di azione» indicati da Tria a tutte le componenti dell’amministrazione finanziaria, spicca soprattutto quello dedicato a «Rafforzare l’efficacia della riscossione». All’agente pubblico della riscossione viene chiesto prima di tutto di assicurare la chiusura delle posizioni debitorie ancora aperte e in particolare l’attuazione della «pacificazione fiscale», con riferimento alla definizione agevolata dei carichi fiscali assegnati all’agente della riscossione dal 2000 al 31 dicembre 2017 e allo stralcio delle microcartelle fino a 1000 euro datate 2000-2010. Ma non solo. Per migliorare la performance del recupero dei crediti vantati, Tria chiede espressamente, nel pieno rispetto delle «prescrizioni previste» dalla privacy dei contribuenti, l’implementazione delle «tecniche di analisi dei debiti iscritti a ruolo per indirizzare l’attività di riscossione prioritariamente verso i debitori più solvibili e i crediti che hanno maggiori possibilità di essere riscossi». Un’attenzione particolare, dunque, a chi può saldare i conti in tempi brevi senza comunque pregiudicare la riscossione di tutti i crediti vantati anche con «atti idonei a evitare la decadenza e la prescrizione».
Come raccontato su queste pagine ieri e martedì 23 aprile, nella lotta all’evasione resta prioritario lo scambio di informazioni tra autorità pubbliche nazionali e al cooperazione internazionale sia Ue che extraUe per contrastare le frodi Iva, in particolare quelle carosello, così come le indebite compensazioni. Le sinergie tra le varie strutture dell’amministrazione finanziaria, poi, dovranno essere estese e supportate anche verso gli enti territoriale al fine di realizzare processi di analisi mirati per assicurare il controllo e il recupero di tributi locali e regionali.
Non poteva mancare il richiamo al miglioramento della compliance dei contribuenti. E questo potrà essere possibile con il monitoraggio dei comportamenti dei contribuenti soggetti ad elevata pericolosità fiscale e soprattutto con le informazioni che arriveranno dall’obbligo generalizzato della fatturazione elettronica, «tali da consentire - scrive Tria - controlli incrociati tra le diverse operazioni dichiarate dai contribuenti e di monitorare i pagamenti Iva». L’obiettivo resta sempre quello di far emergere basi imponibili Iva.
Necessario, poi, facilitare gli adempimenti dei contribuenti con il potenziamento dei servizi telematici e la messa a disposizione dei dati in possesso del Fisco per adempire agli obblighi. Tradotto in sintesi: potenziare le dichiarazioni precompilate così come gli atti di aggiornamento immobiliare. Nel giorno, poi, in cui la Lega annuncia di voler riaprire una “finestra” nel decreto crescita per la rottamazione ter e per il saldo e stralcio scadute ieri, spicca l’indicazione di Tria con cui chiede «un calendario strutturato delle scadenze fiscali».
La certezza del diritto per gli operatori è una delle 12 azioni prioritarie. E poggia soprattutto sul rafforzamento di istituti come la cooperative compliance, l’interpello per nuovi investimenti, il patent box o ancora con Convenzioni contro le doppie imposizioni.