Controlli e liti

La protesta dei giudici tributari: tassazione separata per i compensi variabili

di Redazione Quotidiano del Fisco

Ai compensi variabili dei magistrati tributari riferiti al 2014 e 2015 non va applicata la tassazione ordinaria. Questi ricadono, invece, nel regime di tassazione separata, con l’applicazione dell’aliquota media dell’ultimo biennio. È questo il senso dell’ esposto che il presidente dell’Associazione magistrati tributari , Ennio Attilio Sepe ha inviato ieri al direttore generale della Giustizia tributaria chiedendo l’annullamento in autotutela della disposizione che regola il trattamento di questi arretrati, per prevenire l’esplosione di un nuovo filone di contenzioso nei prossimi mesi.

La diffida è stata trasmessa per conoscenza anche alla Procura generale della Corte dei conti del Lazio. E mette al centro la qualificazione di questi compensi come arretrati, da assoggettare a tassazione separata. Secondo la lettera, la decisione «di procedere alla tassazione corrente su arretrati riferiti al 2014 e 2015» è «ingiustificata ed ingiustificabile» e costringerà «in assenza di intervento in autotutela, all’instaurarsi di un notevole contenzioso con conseguente condanna dell’amministrazione finanziaria alle spese dei giudizi che costituirà un danno all’erario pubblico». A questo – prosegue la diffida - si aggiungerà il disservizio, «sia per i funzionari che dovranno redigere le controdeduzioni per l’amministrazione che per le commissioni tributarie che saranno chiamate a decidere migliaia di ricorsi».

L’esposto dell’Associazione magistrati tributari

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