La sanatoria frena ipoteche e pignoramenti sugli immobili
C’è l’effetto delle norme che dal 2011 in poi, su una forte spinta dell’opinione pubblica soprattutto a causa degli effetti della crisi economica, hanno limitato i poteri a disposizione dell’agente della riscossione nell’utilizzo delle “maniere forti”. Un po’ potrebbe essere la conseguenza della possibilità più estesa di accedere alle banche dati già a disposizione dell’amministrazione finanziaria che consente di mirare in modo più puntuale le misure cautelari ed esecutive. E poi potrebbe esserci una componente legata alla rottamazione delle cartelle. Già, perché la presentazione della domanda di adesione - tanto nella prima edizione quanto in quella «2.0» introdotta dal decreto fiscale collegato alla manovra 2018 - blocca nuove azioni esecutive o la possibilità di iscrivere nuovi fermi amministrativi e ipoteche, fatti salvi quelli già avviati in precedenza. E, allo stesso tempo, l’agente della riscossione non può proseguire le procedure di recupero coattivo precedentemente avviate, purché non si sia ancora tenuto il primo incanto con esito positivo o non sia stata presentata istanza di assegnazione o ancora non sia stato già emesso provvedimento di assegnazione dei crediti pignorati.
Fin qui le premesse. Ora i numeri, che parlano chiaro. Considerando solo gli immobili, le iscrizioni di ipoteca sono passate da 135.013 del 2010 a 16.542 dei primi nove mesi di quest’anno. Considerando sempre lo stesso arco temporale, i pignoramenti sono crollati da 7.505 a 79 mentre le vendite con incanto (sostanzialmente le aste) sono scese da 1.352 a 8. Numeri forniti lo scorso 9 novembre dal viceministro all’Economia Luigi Casero in commissione Finanze alla Camera in risposta a un’interrogazione a firma dei deputati Renate Gebhard e Daniele Capezzone. Applicando una proiezione un po’ grezza, se il trend a fine anno fosse confermato (ma non si può predire quanto accadrà nella seconda metà di novembre e a dicembre) si registrerebbe un dimezzamento delle procedure rispetto al 2016. Sicuramente, come anticipato, pesa l’effetto delle limitazioni introdotte dal “decreto del fare” del 2013 all’ipoteca (l’agente non può procedere se l’importo del credito da recuperare è inferiore a 20mila euro e deve comunque inviare prima un preavviso) e ai pignoramenti (la “prima casa” non è mai attaccabile a meno che non rientri tra i fabbricati di lusso mentre per gli altri immobili la somma da riscuotere deve superare i 120mila euro).