Controlli e liti

Le liti creditizie affannano Roma

di Bianca Lucia Mazzei

Con oltre mille nuovi procedimenti iscritti ogni anno, Roma è, dopo Milano, la sede con più fascicoli nelle materie di impresa. A occuparsene sono due sezioni, la terza e la nona, ma nessuna delle due vi si dedica in modo esclusivo. Nella capitale, infatti, la specializzazione nelle materie d’impresa non è stata realizzata.

«È un nodo cruciale che ancora non si è risolto – dice Tommaso Marvasi, presidente della IX sezione del Tribunale civile –. Nella mia sezione su 10mila cause pendenti solo 1.000-1.500 riguardano materie di impresa».

«Nella terza sezione – aggiunge il presidente Francesco Mannino – per tre anni, fino a dicembre, abbiamo operato con due giudici in meno e ci è stato assegnato anche il contenzioso sui contratti bancari, circa 1.200-1.500 fascicoli l’anno. Cerchiamo di dare priorità alle materie di impresa, ma non è possibile non dare urgenza anche alle liti creditizie. Il problema è la mancanza di una sezione dedicata alle imprese».

A Roma, i fascicoli pendenti al 31 dicembre scorso erano 1.853, il 21% in più del 2015. Inoltre, solo il 48% dei procedimenti si conclude entro l’anno: la media nazionale è del 57%.

«Sull’allungamento dei tempi – spiega Marvasi – incidono molto gli appalti pubblici soprasoglia. Si tratta di contratti milionari che fanno capo al ministero dei Lavori pubblici, all’Anas o alle Ferrovie e necessitano di consulenze tecniche lunghe (a volte anche un anno) e complicate. Ci stiamo occupando ad esempio anche della nuvola di Fuksas». La III sezione sta invece seguendo il fascicolo relativo al Ponte sullo Stretto.

«La specializzazione è fondamentale – insiste Marvasi – perché riduce i tempi e aumenta la qualità. I reclami sono ad esempio diminuiti del 50% perché ormai si è formato un orientamento della sezione che viene seguito anche dai giudici monocratici: è quindi aumentata l’omogeneità delle decisioni e questo è molto positivo».

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