LE PAROLE DEL NON PROFIT/Associazioni assistenziali, torna la decommercializzazione delle attività
Ripristinata la decommercializzazione delle attività verso corrispettivi specifici per le associazioni assistenziali. Questa una delle novità del decreto crescita (Dl 34/2019) ora all’esame della Camera in prima lettura. Il decreto interviene nuovamente sul testo dell’articolo 148, comma 3, del Tuir, dopo le modifiche apportate prima dal Codice del Terzo settore (Dlgs 117/2017 o Cts) e poi dalla legge di bilancio 2019, lasciando tuttavia aperte alcune criticità sul fronte del coordinamento normativo che potrebbero andare ad incidere sul trattamento fiscale degli enti associativi.
Ma andiamo con ordine. Il Dlgs 117/2017 ha eliminato dall’articolo 148, comma 3 del Tuir le parole «assistenziali», «culturali» e «di formazione extra-scolastica», seppure con efficacia differita alla piena operatività della riforma (ossia a decorrere dal periodo di imposta successivo all’autorizzazione UE delle nuove misure fiscali introdotte dal Codice). Da quel momento, gli enti associativi appartenenti alle citate categorie avrebbero perso il particolare regime di favore ad essi concesso, con conseguente tassazione di tutte le entrate provenienti dagli associati a titolo di corrispettivi specifici/quote supplementari, rimanendo decommercializzate le sole quote associative “ordinarie”.
Soprattutto per chi offre servizi assistenziali questo cambiamento avrebbe portato un notevole aggravio in termini di imposta, tenuto conto che gli enti del muto soccorso e della previdenza integrativa svolgono gran parte della propria attività verso corrispettivi specifici. E proprio per questo il decreto crescita ha voluto ripristinare, solo per gli enti assistenziali, l’agevolazione. Tuttavia, come detto, lo fa senza tener conto dell’efficacia differita delle modifiche apportate dal Codice del Terzo Settore né delle novità nel frattempo introdotte con la legge di bilancio.
Il Dlgs 117/2017, infatti, per il momento ha lasciato invariato il testo dell’articolo 148, comma 3, del Tuir, che vede ancora al suo interno le citate tipologie di enti (assistenziali, culturali e di formazione extra-scolastica) e le vedrà scomparire solo in futuro, una volta ottenuto il placet comunitario. Dopo questo intervento, la legge di bilancio 2019 (articolo 1, comma 1022, della legge 145/2018) ha messo nuovamente mano all’articolo 148, comma 3, ritoccando però il testo definitivo risultante dal Dlgs 117/2017 e non, invece, la sua formulazione transitoria attualmente in vigore. In particolare, vengono introdotti nuovi soggetti tra i beneficiari dell’agevolazione del comma 3 ma scompaiono paradossalmente le associazioni assistenziali, culturali e di formazione extra-scolastica, che pure dovevano rimanere nel testo in questa fase transitoria.
Ora il decreto crescita si propone di reintrodurre in via permanente gli enti assistenziali nella norma, senza tuttavia disciplinare la fase transitoria per le associazioni culturali e di formazione, che invece medio tempore dovrebbero continuare a beneficiare della decommercializzazione dei corrispettivi specifici.
Per evitare confusione in sede applicativa, dunque, in sede di conversione dovrebbero essere presentati specifici emendamenti volti a coordinare la modifica introdotta col decreto crescita (e quella precedente della legge di bilancio) con quella del Dlgs 117/2017 (articolo 89).