I temi di NT+Le massime di Cassazione

Le sentenze di Cassazione su credito Iva, spese di rappresentanza e atti di classamento

di Luca Benigni e Ferruccio Bogetti

Per provare il credito Iva bastano documentazione contabile e tempestiva detrazione

In caso di omessa presentazione della dichiarazione Iva, il giudice tributario è tenuto al riconoscimento del credito da essa risultante se il contribuente ha comunque rispettato tutti i requisiti sostanziali stabiliti per la detrazione. Intanto la produzione delle fatture e/o di ogni altra idonea documentazione contabile e poi la prova della tempestività dell’esercizio del diritto alla detrazione, sono sempre sufficienti per sancire la legittimità del credito Iva maturato nel rispetto del principio di neutralità del tributo.

Cassazione, ordinanza 36073/2021

L’estratto di ruolo non serve a provare la notifica della derivata cartella

In caso di contestazione del contribuente in ordine all’irregolarità del procedimento di notifica e/o alla mancanza della prova di notifica del ruolo tramite la derivata cartella di pagamento, il Concessionario non può limitarsi a depositare in giudizio il solo estratto di ruolo, perché è un mero brogliaccio interno. Pertanto il mancato deposito di eventuali copie conformi delle cartelle di pagamento non consente, da una parte, la verifica del contenuto dell’atto e, dall’altra, di potere sancire la sua validità quale titolo esecutivo.

Cassazione, ordinanza 36263/2021

Atti istruttori sconosciuti, doppia incombenza probatoria per contestarne la motivazione

Nel caso di un atto impositivo motivato per relationem agli atti istruttori non allegati all’accertamento ovvero sconosciuti al contribuente, il contribuente può contestare il difetto di motivazione dell’accertamento e chiedere l’annullamento di quest’ultimo. In primo luogo, deve, però, provare che gli atti istruttori, a cui esso fa riferimento e/o quelli a cui rinvia, sono a lui sconosciuti. In secondo luogo, deve altresì provare che, anche solo una parte del contenuto di essi, sarebbe stata comunque necessaria per integrare la motivazione dell’avviso di accertamento. Ciò perché la legittimità dell’atto impositivo prevede sempre la conoscibilità degli atti istruttori in esso richiamati e, in ogni caso, che il contenuto di questi ultimi serva poi effettivamente ad integrare la parte motiva della pretesa.

Cassazione, sentenza 36416/2021

Sanzione ridotta solo per lievi ritardi rispetto alle scadenze fisiologiche

La riduzione della sanzione recata dal comma 1, secondo periodo, dell’articolo 13 del Dlgs 471 del 1997, fissata in ragione di un quindicesimo per ciascun importo non versato per ogni giorno di ritardo fino ad un massimo di quindici giorni, si riferisce solo ai versamenti dovuti alle scadenze fisiologiche stabilite da ciascuna legge d’imposta. Da una parte, resta ferma la riduzione ad un terzo della sanzione del trenta per cento dell’imposta in caso di controllo formale dell’Amministrazione e relativo pagamento integrale entro trenta giorni dalla comunicazione di irregolarità. Dall’altra parte, il riferimento al controllo formale recato primo comma, secondo periodo, dell’articolo 13 del Dlgs 471 del 1997, rappresenta solo il riconoscimento della possibilità di irrogare la sanzione ridotta previa emissione dell’iscrizione a ruolo e della notifica della derivata cartella di pagamento formata in base all’articolo articolo 36 bis del Dpr 600 del 1973 oppure in base all’articolo 54-bis del Dpr 633 del 1972.

Cassazione, ordinanza 36577/2021

Parcelle notarili fatturate ma non incassate, le relative spese di produzione sono di rappresentanza

Le prestazioni professionali rese da un notaio, ancorché regolarmente fatturate, laddove poi non incassate per ragioni di amicizia, parentela o convenienza, determinano la riqualificazione dei sottesi componenti negativi per la produzione del servizio. Dal punto di vista qualitativo, sono spese di rappresentanza e, dal punto di vista quantitativo, sono deducibili nei limiti dei tetti previsti per tale tipo di spesa professionale. Ciò perché esse sono finalizzati ad accrescere l’immagine dell’attività e/o a potenziarne le possibilità di sviluppo.

Cassazione, ordinanza 36584/2021

Rischio superinduttivo per l’infedele compilazione dei dati rilevanti per gli studi di settore

L’infedele indicazione dei dati previsti dai modelli per l’applicazione degli studi di settore può portare all’accertamento superinduttivo («induttivo puro» previsto dalla lettera d) del comma 2 dell’articolo 39 del Dpr 600 del 1973) ed esso è dunque utilizzabile dall’Amministrazione, purché ricorrano due condizioni. Dal punto di vista qualitativo, i rilievi constatati dall’Amministrazione devono comportare la complessiva inattendibilità delle scritture contabili e, dal punto di vista quantitativo, dalla corretta applicazione degli studi di settore il maggior reddito d’impresa o di lavoro autonomo accertato risulti superiore al 10 per cento del dichiarato.

Cassazione, ordinanza 36842/2021

Fonti, modi e criteri: requisiti necessari per motivare l’atto di classamento della microzona

Ai fini del classamento delle unità immobiliari, l’ente impositore deve esplicitare, per la microzona in cui insiste l’immobile e l’insieme delle microzone comunali, le fonti, i modi ed i criteri attraverso cui è pervenuto alla nuova attribuzione di rendita. Nel rispetto del contenuto motivazionale, dall’atto di rettifica, il significativo scostamento tra valore di mercato e valore catastale nella microzona in cui insiste l’immobile deve, infatti, emergere con riferimento all’analogo rapporto sussistente nell’insieme delle microzone comunali.

Cassazione, ordinanza 37052/2021