Imposte

Mediolanum chiude accordo con il fisco: pagherà 79 milioni

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di Giuseppe Latour

Doppio accordo tra il Gruppo Mediolanum e l’agenzia delle Entrate, che porta il pagamento di circa 79 milioni di euro per sanare contestazioni sui rapporti con due controllate: 72 relativi all’irlandese Mediolanum international funds limited e 7 relativi alla lussemburghese Gamax management AG.

Il primo capitolo, che riguarda la società irlandese, è quello più rilevante per il gruppo, assistito per tutta questa controversia dallo studio Maisto e associati. In questo caso veniva contestata l’esterovestizione, cioè, come ha spiegato l’ad di Banca Mediolanum Massimo Doris, «che Mediolanum international funds fosse italiana e non irlandese». Una ricostruzione che avrebbe portato «853 milioni di maggiori imposte da ribaltare sull’Italia», senza considerare le sanzioni. Ora è stato riconosciuto – ed è questo l’elemento più rilevante dell’accertamento con adesione – che la società opera effettivamente in Irlanda.

Per il periodo che va dal 2010 al 2013, però, c’è stata una rideterminazione dei prezzi di trasferimento, andando a integrare un precedente accordo, che aveva toccato gli anni dal 2005 al 2014. In sostanza, è stato stabilito che, per il 2010-2013, la quota di ricavi tassabili che devono essere retrocessi dall’Irlanda all’Italia va incrementata: per l’esattezza, passa dal 57,4% al 64,3 per cento. Questo incremento porta, come conseguenza, il pagamento di maggiori imposte nel nostro paese da parte delle società Banca Mediolanum e Mediolanum Vita per un totale di circa 72 milioni di euro, interessi inclusi.

L’agenzia delle Entrate, considerando la «natura valutativa delle contestazioni» e il «diligente operato» delle società, che hanno predisposto la documentazione prevista dalla normativa sul transfer price, in questo caso non ha applicato sanzioni amministrative tributarie. Il Gruppo Mediolanum, a valle dell’accordo, richiederà l’avvio di una procedura amichevole tra amministrazioni per ottenere il riconoscimento di una rettifica in diminuzione del reddito della consociata irlandese. E recuperare così quanto già versato in Irlanda.

Questo riguarda il periodo che va dal 2010 al 2013. Per gli anni successivi, dal 2014 in poi, «si andrà a un arbitrato», ha detto ancora Doris. Agenzia delle Entrate italiana e irlandese dovranno, cioè, accordarsi per definire un’allocazione degli utili corretta per entrambi. E, di conseguenza, tassare le diverse attività. Per queste annualità ieri il management del gruppo ha, allora, fatto la sua stima di una passività potenziale di circa 30 milioni di euro, già accantonati in bilancio, al netto del recupero delle imposte pagate in Irlanda.

Il secondo elemento dell’accordo riguarda, come detto, una controllata lussemburghese. Anche stavolta sono stati rideterminati i prezzi di trasferimento. In questo caso, però, l’accordo ha portato alla definizione di tutte le pendenze, senza distinzioni di annualità. In totale, è stato previsto il pagamento di circa 7 milioni di euro tra maggiori imposte, interessi e sanzioni amministrative.

Parlando del totale, pari dunque a circa 79 milioni di euro – ha detto ancora Doris –, «Banca Mediolanum ha un conto economico che può assorbire l’impatto. Ritengo che i 20 centesimi di dividendo a saldo in aprile non siano in discussione. Siamo confidenti di saldarlo».

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