Finanza

Mense e catering, domande di fondo perduto dal 6 al 20 giugno

Le Entrate definiscono le modalità di presentazione telematica dell’istanza. Necessaria una riduzione dei ricavi nel 2020 di almeno il 15% rispetto al 2019

Si apre la corsa ai 100 milioni del fondo perduto per la ristorazione collettiva previsto dal decreto Sostegni bis dello scorso anno (articolo 23-bis del Dl 73/2021) e disciplinato dal decreto del ministero dello Sviluppo economico del 23 dicembre 2021. Le domande potranno essere presentate telematicamente alle Entrate dal 6 giugno al 20 giugno. Il contributo è destinato alle imprese che svolgono servizi di ristorazione non occasionale definiti da un contratto con un committente, pubblico o privato, per la ristorazione di una comunità delimitata e definita (ad esempio ristorazione per scuole, uffici, università, caserme, strutture ospedaliere, assistenziali, socio-sanitarie e detentive), la cui attività sia individuata dal codice Ateco «56.29.10» (Mense) oppure «56.29.20» (Catering continuativo su base contrattuale) e che hanno subito nel 2020 una riduzione dei ricavi non inferiore al 15% rispetto a quelli del 2019. Mentre per le imprese costituite nel corso del 2019 la determinazione del calo del fatturato previsto dalla norma sarà calcolata in base ai valori degli imponibili delle fatture emesse e dei corrispettivi certificati nei periodi infrannuali di riferimento. A stabilire le coordinate per la presentazione dell’istanza è il provvedimento 151077/2022 dell’Agenzia, a cui si accompagnano il modello per la presentazione dell’istanza e le istruzioni per la compilazione.

Le condizioni

Le imprese, per accedere al contributo, devono risultare regolarmente costituite, iscritte e attive nel Registro delle imprese alla data di presentazione dell'istanza; devono avere sede legale o operativa ubicata sul territorio nazionale e presentare un ammontare dei ricavi nell'anno 2019 generato per almeno il 50% dai corrispettivi per i contratti di ristorazione collettiva interessati dall’aiuto.

Il contenuto dell’istanza

L’istanza, oltre ai dati identificativi del soggetto richiedente e del suo rappresentante legale qualora si tratti di un soggetto diverso dalla persona fisica, contiene la dichiarazione che i ricavi 2019 siano stai generati per almeno il 50% dai corrispettivi per i contratti di ristorazione collettiva e che la riduzione dei ricavi 2020 sia almeno del 15% rispetto a quelli del 2019, l’Iban del conto corrente intestato al codice fiscale del soggetto che ha richiesto il contributo e il codice fiscale dell’intermediario eventualmente delegato alla trasmissione.
L’istanza contiene, infine, le dichiarazioni relative al mancato superamento dei
limiti degli aiuti di Stato e alla sussistenza degli ulteriori requisiti definiti dalla sezione
3.1 della Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863
final «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia
nell’attuale emergenza del Covid-19», come modificata dalla Comunicazione del 18
novembre 2021 C(2021) 8442. Nell’istanza sono indicati, inoltre, gli eventuali importi
da restituire per il superamento dei massimali previsti dalle sezioni 3.1 e 3.12 della
comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final, così
come modificati dalla comunicazione della Commissione europea del 13 ottobre 2020
C(2020) 7127 e dalla comunicazione della Commissione europea del 28 gennaio 2021
C(2021) 564.

La ripartizione degli importi

Dopo la chiusura del termine di presentazione delle istanze viene effettuata la ripartizione dei fondi per l’erogazione del contributo. In particolare, le risorse finanziarie disponibili sono ripartite prioritariamente in egual misura tra i tutti i soggetti che hanno validamente presentato l’istanza fino all’importo di 10mila euro ciascuno. Le eventuali risorse finanziarie rimanenti, che non comprendono l’ammontare che i soggetti richiedenti intendono restituire mediante sottrazione dal contributo riconosciuto con l’istanza e indicato nei riquadri presenti nel modello in corrispondenza della lettera A, sono ripartite tra tutti i soggetti beneficiari in funzione del rapporto tra il numero di lavoratori dipendenti di ciascuna impresa e la somma del numero di lavoratori dipendenti di tutte le imprese che hanno presentato istanza e per le quali il contributo risulta spettante. L’ammontare del contributo riconosciuto a ciascuna impresa è pari al minore tra l’importo determinato a seguito della ripartizione e l’importo residuo di aiuti ancora fruibili, indicato dal soggetto richiedente in relazione ai limiti previsti dalla sezione 3.1 della Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19», come modificata dalla Comunicazione del 18 novembre 2021 C(2021) 8442.

Qualora l’ammontare del contributo spettante sia superiore a 150mila euro dovrà essere trasmessa all’agenzia delle Entrate l’autocertificazione di regolarità antimafia. Il modello di autocertificazione di regolarità antimafia sarà pubblicato successivamente sul sito internet delle entrate e dovrà essere firmato digitalmente dal soggetto richiedente e inviato esclusivamente tramite posta elettronica certificata (pec) all’indirizzo cop.Cagliari@pce.agenziaentrate.it entro il 15 luglio 2022.

La verifica preventiva

Prima di effettuare l’accredito, l’agenzia delle Entrate effettua alcuni controlli con i dati presenti in Anagrafe tributaria al fine di individuare anomalie e incoerenze che determinano lo scarto dell’istanza. Tra questi controlli vi è anche quello della verifica che il conto corrente sul quale erogare il bonifico, identificato dal relativo codice Iban, sia intestato o cointestato al codice fiscale del soggetto richiedente. La verifica è effettuata mediante un servizio realizzato da PagoPa.


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