Imposte

Monitoraggio Ue su regole e tempi dei rimborsi Iva

di Alessandro Galimberti

I rimborsi Iva finiscono nel mirino della Commissione europea. Ieri Bruxelles ha annunciato il lancio di un piano per verificare i tempi di restituzione della tassa in ogni Paese della comunità.

Lo studio, che verrà concluso entro l’autunno - «otto mesi» secondo la comunicazione ufficiale - dovrà valutare se le restituzioni Iva per le imprese negli Stati membri dell’Ue siano in linea con l’attuale legislazione dell’Unione e anche con la giurisprudenza della Corte di giustizia comunitaria.

In particolare l’analisi si concentrerà sul tempo necessario per completare le procedure in ciascun Paese e sugli ostacoli burocratici inutili che possono generare imprevedibilità finanziaria per i bilanci le imprese. Soprattutto per le piccole e microimprese, quelle che secondo il governo della Ue scontano più pesantemente gli oneri di gestione amministrativa della Vat, in particolare quella cross-border, considerato che la mancanza di accesso a una procedura di rimborso dell’Iva semplice e rapida «può avere un impatto significativo sui flussi di cassa e sulla competitività delle imprese» si legge nella nota di Bruxelles.

All’esito delle verifiche la Commissione europea si riserva di avviare le procedure di infrazione contro gli Stati considerati “non compliant”.

L’Iva europea, che tra l’altro è alla vigilia di un’importante riforma (si veda in proposito Il Sole 24 Ore del 19 gennaio scorso) è una risorsa importante e crescente nell’Ue, essendo arrivata a rappresentare oltre 1 trilione di euro nel 2015, pari al 7% del Pil dell’intera Unione.

I tempi dei rimborsi Iva sono nel frattempo entrati anche nell’agenda del fisco italiano con la manovra correttiva della primavera scorsa che prevedeva un taglio netto. Le Entrate avevano pertanto avviato un sistema di lavorazione dei rimborsi in base ai profili di rischio del contribuente, sistema che premia i soggetti a minore pericolosità fiscale.

I tempi di attesa sono così scesi dai 180 giorni medi del 2014 ai 90 giorni del 2017 di cui circa 20 per i passaggi intermedi nelle tesorerie provinciali, destinate nel frattempo a scomparire.

L’imposta sui consumi è quella che genera più rimborsi in Italia: quasi il 75% (12 miliardi) dei 16 erogati nel 2017 ai contribuenti.

A livello territoriale, Lombardia e Lazio guidano la classifica (rispettivamente 4,6 e 2,8 miliardi restituiti): un trend confermato a livello di aree metropolitane con Milano e Roma abbondantemente avanti rispetto agli altri. Ad allungare l’attesa non erano tanto i tempi tecnici necessari alle Entrate per controllare l’istanza di rimborso (e ai contribuenti per presentare la documentazione) - un passaggio contenuto entro 60 giorni - quanto il vaglio della Ragioneria generale e Banca d’Italia, che poteva durare altri 30-40 giorni.

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