Controlli e liti

Nella lotta all’evasione ok della Privacy ai dati anonimi

Si sblocca l’algoritmo per le informazioni sui conti correnti

di Marco Mobili e Giovanni Parente

La possibilità di centrare l’obiettivo del 30 giugno inserito nel Pnrr (e quindi da cui dipendono anche l’erogazione dei fondi Ue) per l’anonimometro si fa sempre più concreta. Dopo l’interlocuzione e l’esame a tempi di record della seconda versione del decreto attuativo, il Garante della Privacy ha dato un sostanziale via libera alle modifiche apportate dall’amministrazione finanziaria dopo le indicazioni e le correzioni richieste con il parere diffuso a fine dello scorso gennaio. Questa volta non c’è un provvedimento ma un messaggio di accompagnamento in cui l’Authority presieduta da Pasquale Stanzione dà atto dei correttivi apportati e comunque resterà sempre vigile su come lo strumento sarà utilizzato.

Una misura che è stata introdotta dalla legge di Bilancio 2020 e si basa sull’idea di un utilizzo anonimizzato dei dati di sintesi a disposizione del Fisco nella Superanagrafe dei conti correnti e incrociarli con le altre informazioni sui redditi e gli altri patrimoni presenti dei database dell’amministrazione finanziaria. In sostanza, l’algoritmo usa i dati resi anonimi per effettuare un’analisi di rischio e consentire di individuare tipologie di contribuenti maggiormente esposte all’evasione fiscale. A quel punto con la generazione di liste selettive i dati torneranno essere “calati” nell’attività di controllo o di stimolo della compliance.

In questo modo si potrà segnare il percorso che verrà implementato poi con la piena attuazione della delega fiscale, che punta su una sempre maggiore sinergia tra le informazioni a disposizione del Fisco. Informazioni destinate ad arricchirsi anche con i dati integrati della fattura elettronica. Questo potrebbe segnare un cambio di passo, anche con un crescente ricorso alle tecniche di intelligenza artificiale.

A fronte di tutto ciò, però, non si può né dimenticare né sacrificare la tutela dei diritti dei contribuenti. Un aspetto che emerge anche dalla risposta fornita dal ministero dell’Economia (era presente la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra) in commissione Finanze alla Camera al question time di Luca Pastorino (Leu). dalla risposta emerge come, nonostante la pseudonimizzazione sia prevista come una misura facoltativa, le Entrate si sono impegnate a utilizzarla per tutti i trattamenti che coinvolgono i dati dell’archivio dei rapporti finanziari. Per il trattamento dei dati in questione, l’Agenzia ha adottato «ulteriori misure per assicurare elevati standard di sicurezza per i diritti e le libertà degli interessati adeguati al livello di rischio “identificato”».

Un altro aspetto non secondario (considerato anche che il Garante della Privacy aveva chiesto nel parere diffuso a fine gennaio che fossero adottate misure per assicurare la registrazione del grado di coinvolgimento umano nel processo decisionale) è che l’approccio seguito nell’utilizzo dei dati presenti nelle diverse banche dati (interconnesse) è quello di evitare di innescare attività completamente automatizzate di controllo.

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