No profit, sanzionata la distribuzione utili
Distribuzione indiretta di utili e possibile perdita della qualifica di ente non commerciale. Questi gli aspetti su cui si concentrano le maggiori attenzioni del fisco nel caso dei controlli rivolti agli enti non profit, con particolare riferimento alla ricerca, in concreto, delle condotte che integrano una illegittima distribuzione di utili.
Occorre quindi valutare quali sono i casi più frequenti, al fine di consentire agli enti di agire in compliance con le diverse normative di settore.
Nello scenario antecedente alla riforma del Terzo settore e all’entrata in vigore del Dlgs 117/17 (codice del Terzo settore o Cts) due sono le norme principali sull’argomento:
1) l’articolo148 del Tuir per gli enti associativi;
2) l’articolo 10, comma 6 del Dlgs 460/97 per gli enti dotati della qualifica di Onlus.
La prima è una disposizione di carattere generale che, nel distinguere i comportamenti che danno luogo all’esercizio di attività commerciale (imponibile) da quelli che non configurano tale attività, prevede il divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione, nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell’associazione, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge (articolo 148, comma 8, lettera a del Tuir). Non sono tipizzati i casi che danno luogo a tale distribuzione.
Tuttavia, a tal fine viene in soccorso la normativa Onlus la quale individua alcune fattispecie che «costituiscono in ogni caso distribuzione di utili o avanzi di gestione» e che, secondo la prassi amministrativa (circolare Mef 168/98 e risoluzione 294/E/02), costituiscono criteri interpretativi valevoli per tutti gli enti non profit. Si tratta, ad esempio, della cessione di beni o prestazione di servizi a condizioni economiche più favorevoli a chi opera o fa parte dell’ente nonché ai soggetti che effettuano erogazioni liberali a favore dello stesso (con la sola eccezione delle attività svolte nei settori della tutela, promozione e valorizzazione delle cose di interesse storico e artistico e della tutela/valorizzazione della natura e dell’ambiente), come pure dell’acquisto di beni/servizi per un prezzo superiore al valore normale - non giustificato da valide ragioni economiche. Si pensi alla concessione in locazione di un immobile al soggetto fondatore e finanziatore di un’associazione, che ricopre altresì una carica onorifica in essa (Ctr Umbria 47 del 27 aprile 2013). Ancora, celerebbe una distribuzione di utili vietata il corrispettivo della vendita da parte di una associazione sportiva dilettantistica di un’imbarcazione senza effettuare alcuna registrazione contabile amministrativa (Ctp Cremona 140/2015).
Questo scenario si è arricchito con la riforma del Terzo settore, che riprende con alcune variazioni i criteri dettati per le Onlus. I primi due commi dell’articolo 8 Cts contengono disposizioni di carattere generale. Si pone un vincolo di destinazione di eventuali utili e, più in generale, del patrimonio degli enti del Terzo settore (Ets) allo svolgimento delle attività di interesse generale ed è quindi vietata la distribuzione anche indiretta di utili e avanzi di gestione a soggetti che hanno rapporti con l’ente (per esempio fondatori, associati, lavoratori, collaboratori, amministratori).
I commi successivi, invece, contengono un’elencazione simile a quella dell’articolo 10, comma 6, del Dlgs 460/97, individuando alcune ipotesi che costituiscono distribuzione indiretta di utili. Così, anche agli Ets è vietata la cessione di beni/prestazione di servizi a condizioni più favorevoli a favore di determinati soggetti, salvo che tali operazioni non costituiscano l’oggetto dell’attività istituzionale (ad esempio, erogazione di corsi di formazione a favore di associati e lavoratori a condizioni più favorevoli da parte di un ente che opera nel settore dell’educazione e formazione). Vietata è anche la corresponsione ai lavoratori di compensi oltre il 40% rispetto a quello previsto dai contratti collettivi, con una sogliache viene elevata rispetto a quella prevista per le Onlus (20%).