Professione

Notai: l’intelligenza artificiale ci aiuterà nell’antiriciclaggio

La società Adr notariato è ora gestita dal Consiglio nazionale: i notai saranno in camponella mediazione

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di Maria Carla De Cesari

«Il mercato va di pari passo con le regole, perché senza legalità e sicurezza, senza certezza giuridica non ci sono crescita e sviluppo». Valentina Rubertelli, classe 1968, notaio a Reggio Emilia, è da qualche settimana alla guida del Consiglio nazionale del notariato. La sua militanza nelle istituzioni del notariato è di lunga data: è componente del Consiglio nazionale dal 2016; è poi vicepresidente dei notai europei. È alla guida dei notai italiani, dopo il passo indietro del suo preecessore Cesare Felice Giuliani, coinvolto in un procedimento giudiziario per fatti precedenti alla carica nazionale. All’elezione Valentina Rubertelli ha risposto in coerenza con il suo carattere: moltiplicando l’impegno e lo studio, per trovare le soluzioni ai problemi.

Ai notai è arrivato un aiuto dalle parole del presidente Draghi, che durante il suo discorso alla Camere che ha parlato della certezza giuridica come fattore di competitività?

Come notai ci sentiamo chiamati in causa: senza legalità e certezza giuridica non si sono le condizioni per gli investimenti e la crescita. I notai sono garanti della legalità, della tenuta dei contratti e dei rapporti giuridici. Lo dimostra la bassissima percentuale di contenzioso collegato agli atti notarili: lo 0,003 per cento. E tutto questo cuba Pil.

C’è un modello notariato?

Proporremo al ministro della Giustizia Marta Cartabia un pacchetto di misure sulla volontaria giurisdizione per ridurre il contenzioso. Intanto, la società Adr notariato è ora gestita dal Consiglio nazionale: la scelta politica è di entrare nel campo della mediazione, con una rete capillare su tutto il territorio nazionale.

Il notaio cambia pelle?

Il notaio ha nel suo Dna la mediazione, perché il suo compito è di far incontrare, nella legalità, la volontà delle parti. A breve partiranno i corsi di aggiornamento per chi già opera nella mediazione e subito dopo le iniziative per formare nuovi mediatori.

La certezza del diritto è data dall’efficacia dei controlli che presuppongono informazioni attendibili e condivise. Il notariato è stato protagonista nella creazione di banche dati immobiliari e societarie. Ci sono sviluppi?

Sulla base dell’esperienza del notariato spagnolo la proposta è di creare una datawarehouse nella quale confluiranno tutti i dati degli atti dei notai italiani. Le informazioni verranno incrociate tramite l’intelligenza artificiale e questo consentirà, nell’antiriclaggio, di far emergere elementi di anomalia non evidenziabili dal singolo notaio.

La banca dati è resa possibile dal fatto che le segnalazioni possono passare dal notaio al collegio notarile e da questo all’Uif?

Vero, ma occorrerà comunque una modifica legislativa. Siamo confidenti poiché si deve ai notai il 91% delle segnazioni dei professionisti, tanto da essere elogiati dal Gafi. Il notaio certo conosce il suo territorio, ma non può sapere che il signor Alfa un giorno va dal notaio Beta per un’operazione, poi l’indomani dal notaio Gamma per un altro tassello, quindi dal notaio Delta. Solo una banca dati e l’intelligenza artificiale possono ricostruire il puzzle. D’altra parte, la circolazione dei dati, la loro armonizzaione e l’interoperabilità sono essenziali. Anche la blockchain può esserci d’aiuto per le successioni transfrontaliere, con le certificazioni successorie, per evitare doppie imposizioni.

La blockchain in aiuto dei notai?

Il problema è la certezza del dato che è controllato dal notaio che lo ha immesso. Alla base di tutto è il professionista, non la catena.

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