Prestiti fino a 25mila euro più veloci con la nuova autocertificazione
Iter più snello per i prestiti alle imprese garantiti dallo Stato con un correttivo al decreto Liquidità
Si profila la corsia veloce anti-adempimenti per i prestiti alle imprese garantiti dallo Stato. Ad aprirla è un correttivo al decreto liquidità che dovrebbe essere approvato oggi dalle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera. I lavori parlamentari sul provvedimento si stanno allungando, e il suo approdo nell'Aula di Montecitorio, previsto inizialmente per oggi, non ci sarà prima di venerdì.
Ma la sosta in commissione si è rivelata tutt’altro che vana: perché nella nuova versione il testo dovrebbe cancellare sia le montagne di carta chieste fin qui alle imprese, sia il lungo elenco di obblighi che secondo le banche sono alla base dei ritmi lenti che hanno caratterizzato fin qui l'avvio della macchina dei prestiti.
Perché a guidare tutte le richieste di finanziamenti accompagnati dall’ombrello statale dovrà essere l'autocertificazione.
La mossa è figlia di un lungo confronto all'interno della maggioranza. Italia Viva in particolare ha chiesto di appianare gli ostacoli di burocrazia bancaria che il debutto operativo del decreto liquidità aveva evidenziato. Ottenendo alla fine un'intesa con Pd e Cinque Stelle, che dal canto loro hanno sottolineato l'esigenza di mantenere forme di controllo contro gli abusi.
I due punti chiave
Il punto di equilibrio finale dovrebbe poggiare su due punti chiave: la manleva per le banche, scaricate dagli obblighi di controllo puntuale su ogni singola posizione. E la responsabilità dei candidati al prestito, con le sanzioni previste per chi dichiara il falso. Un modo, questo, per concentrare i problemi su chi tenta l’abuso, liberando la strada per gli altri.
Nella nuova impostazione, infatti, il semaforo verde per il prestito si accenderebbe sulla base di sei dati comunicati dal richiedente. In un’impostazione che riguarderebbe sia i prestiti più grandi, quelli coperti dalla tutela Sace, sia i più piccoli, che passano attraverso il fondo di garanzia, compresi i microfinanziamenti fino a 25mila euro caratterizzati dalla copertura pubblica al 100 per cento. L’intero meccanismo, secondo un’altra novità portata dall’emendamento, si estenderebbe anche ai professionisti e alle loro società.
La corsia rapida
Per imboccare questa corsia rapida al prestito, imprese e professionisti dovranno certificare sei dati. In primo luogo bisognerà attestare che i problemi della società, che rendono indispensabile il finanziamento con l’aiuto pubblico, nascono dalle ricadute economiche dell'emergenza epidemiologica, e in particolare dal lockdown che ha limitato, in molti casi fino ad azzerarla, l’attività. Sarà la stessa impresa, poi, ad attestare la veridicità dei dati aziendali presentati per ottenere il prestito. E, terzo punto, a garantire che il finanziamento sarà utilizzato per sostenere i costi del personale e gli investimenti degli stabilimenti italiani. Una clausola, quest’ultima, cruciale già nel testo originale del decreto liquidità, e ulteriormente rafforzata dall’emendamento approvato a Montecitorio sull’onda del caso Fca (Sole 24 Ore di ieri).
Per bussare alle porte delle banche bisognerà inoltre dichiarare di non avere problemi in termini di interdittiva antimafia, e di non essere stato colpito negli ultimi cinque anni da condanne per evasione fiscale che comportino l’esclusione dai pubblici uffici.
Le autodichiarazioni
L’ultimo tratto del confronto si concentra sul peso da attribuire alle forme di controllo sulle autodichiarazioni. Sul punto un altro emendamento sui tavoli delle due commissioni punta una serie di verifiche più stringenti, che contemplano anche la trasmissione diretta dei dati identificativi dell’impresa alla direzione nazionale Antimafia. Ma su questo aspetto l’accordo nella maggioranza non c’è, ed è in gioco l’alternativa di un rafforzamento delle sanzioni per chi dichiara il falso. Quest’ultima strada, del resto, appare già tracciata dall’altra norma sull’autocertificazione, quella inserita nelle bozze del decreto rilancio per tutti i bonus e le erogazioni previste dalla normativa di emergenza Covid-19.
Sempre oggi è poi attesa al voto l’altra novità che prova ad andare incontro alle richieste delle imprese allungando da 6 a 10 anni i termini per la restituzione dei prestiti, con un aumento massimo dello 0,2% per il tasso di interesse applicato al finanziamento.