Nuovi Pir con soglie più alte
Si innalzano i limiti e si allarga la platea degli intermediari atti a operare sui nuovi prodotti
I piani individuali di risparmio (Pir) vengono ulteriormente potenziati dal Dl rilancio nel tentativo di canalizzare risorse in maniera massiccia verso le Pmi. Ciò mediante investimenti con soglie rafforzate che si adattano a una clientela più evoluta anche perché vengono destinati ad un segmento – quello delle Pmi – che appare maggiormente illiquido. Il tutto seguendo le recenti proposte di Assogestioni.
Il Pir, fin dalla sua introduzione avvenuta con la legge 232/16 (legge di Bilancio 2016), fa leva sull’importante defiscalizzazione dei redditi degli strumenti finanziari in cui esso investe. Con il Dl Rilancio si innesta una seconda tipologia di Pir, inserendo nell'articolo 13 bis del Dl 124/19 due previsioni. La prima introduce la nuova categoria di Pir che per i due terzi dell'anno investono almeno il 70%, in via diretta o indiretta, in strumenti finanziari - anche non negoziati in mercati regolamentati o in sistemi multilaterali di negoziazione - emessi o stipulati con imprese italiane, Ue o See (ma con stabile organizzazione in Italia) fuori dagli indici Ftse Mib e Ftse Mid Cap della Borsa italiana. L’investimento in tali imprese può riguardare l'equity ma anche il debito, perché la norma fa riferimento esplicito anche ai prestiti erogati alle Pmi e ai crediti delle stesse. Per questi nuovi Pir il vincolo di concentrazione viene elevato al 20%, restando invece al 10% per i Pir tradizionali.
La seconda previsione chiarisce i meccanismi di investimento indiretto attraverso Oicr, che costituiscono la modalità più classica per i Pir vecchi e nuovi. In pratica i vincoli di investimento devono essere raggiunti entro la data specificata nel regolamento dell'Oicr, cessano quando lo stesso inizia a vendere le attività per rimborsare le quote ai sottoscrittori e sono temporaneamente sospesi (massimo 12 mesi) quando l’Oicr raccoglie capitale aggiuntivo o riduce il capitale esistente.
La relazione illustrativa chiarisce che gli intermediari atti a operare sui nuovi Pir sono, accanto ai tradizionali Oicr aperti e alle assicurazioni (rami vita e capitalizzazione), anche Fia quali gli Eltif e i fondi di private equity, private debt e di credito. Proprio in virtù dei destinatari (clientela “affluent”) per questi nuovi Pir i limiti, rispetto al Pir ordinario (30mila euro annui e 150mila totali), passano a 150mila euro l’anno e a 1,5 milioni totali. Tali limiti non si applicano chiaramente agli investimenti di casse di previdenza e fondi pensione.
Cambia il principio dell’unicità del Pir: una stessa persona fisica potrà averne uno con limiti ordinari e uno con i limiti maggiorati, fermo restando che ogni piano a lungo termine non potrà avere più di un titolare.