Nuovi standard minimi: negli hotel si prepara la rivoluzione delle stelle
Confindustria Alberghi: sbagliato legare i benefici alle nuove valutazioni
Tre anni di tempo per migliorare l’offerta turistica. Le strutture ricettive post Covid sono chiamate a cambiare pelle alla luce del comma 15, articolo 1, Dl 152/2021 che prevede che «il ministero del Turismo, con decreto da emanare entro il 31 marzo 2025, provveda ad aggiornare gli standard minimi, uniformi in tutto il territorio nazionale, dei servizi e delle dotazioni per la classificazione delle strutture ricettive e delle imprese turistiche». Le attività che producono servizi per l’ospitalità con relativo pernottamento, compresi condhotel e alberghi diffusi, dovranno adeguarsi alle specifiche esigenze connesse alle capacità ricettive dei territori in cui hanno sede, tenuto conto dei sistemi di classificazione alberghiera adottati a livello europeo e internazionale. Passata inosservata, dunque, la previsione anticipa una vera e propria rivoluzione e tre anni potrebbero non bastare.
Vero è che il comma 15 del Dl 152/2021 va letto insieme ai precedenti, quelli relativi all’offerta combinata di agevolazioni fino al 31 dicembre 2024 previste sulle spese sostenute proprio per migliorare la qualità dell’offerta ricettiva in attuazione della misura 4.2.1 del Pnrr, offerta composta dal credito d’imposta dell’80%, dal contributo a fondo perduto fino al 50% e/o dal finanziamento a tasso agevolato per complessivi 500 milioni di euro.
Agevolazioni dirette (articolo 1, comma 4, Dl 152/2021) alle imprese alberghiere, alle strutture agrituristiche ai sensi della legge 96/2006 e norme regionali, alle strutture ricettive all’aria aperta, alle imprese del comparto turistico (di cui manca una chiara definizione), ricreativo, fieristico e congressuale, agli stabilimenti balneari, ai complessi termali, ai porti turistici ed ai parchi tematici.
L’offerta combinata è relativa alle spese sostenute, ai sensi dell’articolo 109 del Tuir, per la realizzazione -includendo anche il servizio di progettazione - di interventi che vanno dall’incremento dell’efficienza energetica delle strutture e di riqualificazione antisismica all’eliminazione delle barriere architettoniche, anche tramite i funzionali interventi edilizi; dalla realizzazione di piscine termali e acquisizione di attrezzature e apparecchiature per lo svolgimento delle attività termali, alle spese per la digitalizzazione previste dall’articolo 9, comma 2, Dl 83/2014 (impianti wi-fi più potenti, web ottimizzati per il sistema mobile, programmi e sistemi informatici per la vendita diretta di servizi solo per citarne alcuni).
Le associazioni plaudono. Confindustria alberghi, quanto al credito d’imposta, però «ritiene lo stanziamento insufficiente, considerata l’ampiezza della platea di beneficiari» e in merito agli interventi agevolabili considera «auspicabile l’inserimento dell’acquisto di mobili e componenti d’arredo, come previsto nel vecchio tax credit».
Preoccupa invece il riferimento del comma 15 alla riclassificazione che «in questo contesto appare del tutto estraneo ai contenuti del provvedimento, e forse anche anacronistico» ci dice Maria Carmela Colaiacovo, presidente Confindustria Alberghi, che ritiene anche sbagliato «cadere nella tentazione di creare collegamenti tra classificazione e agevolazioni». Queste ultime, come detto, sono a beneficio anche dei porti turistici italiani, dal 2014 strutture ricettive all’aperto come i camping, quindi interessati anche dalla riclassificazione. Il presidente Assomarinas Confindustria Roberto Perocchio individua nel fotovoltaico, nella digitalizzazione , nell’ammodernamento dei punti di attracco, e dei servizi di raccolta rifiuti ed igienici gli interventi da realizzare. Ci tiene, però, a precisare che il Governo è chiamato a fornire prioritariamente risposte sulla possibilità definitiva del saldo e stralcio sul contenzioso relativo ai canoni pregressi, prevista dal comma 7, articolo 100 del Dl Agosto, poi limitata solo ad alcuni stabilimenti turistici, escludendo i porti che invece - penalizzati prima dalla cosiddetta tassa Monti, poi dal Covid – necessitano per la ripartenza di un sollecito intervento.