Imposte

Per l’affrancamento ininfluente la presenza di ingenti riserve di utili

Il costo fiscale rivalutato può essere “speso” in tutte le cessioni di partecipazioni

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di Francesco Paolo Fabbri

In merito all’affrancamento delle partecipazioni, un caso delicato riguarda la rivalutazione di titoli in società che presentano ingenti importi per riserve di utili. In simili situazioni, infatti, l’Agenzia procede spesso riqualificando il trasferimento delle partecipazioni rivalutate in distribuzione di dividendi (anche in caso di acquisto di azioni proprie, laddove, secondo il Fisco, il corrispettivo per la cessione dei titoli “nasconderebbe” una ripartizione di utili).
Va detto però che non c’è alcuna differenza tra chi rivaluta il costo fiscale della partecipazione in una società che detiene beni con plusvalori latenti e chi, invece, affranca la partecipazione in un’entità con patrimonio composto anche da riserve di utili distribuibili. Difatti, una volta introdotta normativamente la possibilità di rivalutare le partecipazioni, la “spendita” di tale costo fiscale rivalutato è ammessa in tutte le cessioni di partecipazioni, anche in quelle che portano a monetizzare indirettamente le riserve di utili presenti nel patrimonio della società i cui titoli sono stati ceduti. Quanto detto, fatta salva l’ipotesi di operazioni (perfettamente) circolari, per le quali l’abuso del diritto va certamente contestato.

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