Controlli e liti

Per l’antiriciclaggio controlli incrociati su imprese e trust

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di Ivan Cimmarusti

Antiriciclaggio a maglie strette: controlli incrociati in banche dati e registro delle imprese per acquisire informazioni sulla titolarità effettiva di trust e persone giuridiche.

La nuova disciplina, che consente all’autorità fiscale di entrare in possesso dei dati amministrativi, è stata approvata ieri con decreto legislativo del Consiglio dei ministri. Nessun ulteriore onere a carico dello Stato e disposizioni retroattive al 1° gennaio, ma solo dopo il parere della Conferenza unificata e delle due Camere.

La norma è stata emessa in attuazione della direttiva europea 2016/2258 del 6 dicembre 2016, con cui l’Unione europea ha disposto l’accesso del fisco a procedure, documenti e informazioni per verificare la posizione dei clienti di tutti quei soggetti obbligati a compiere le verifiche ed eventualmente a emettere le sos (segnalazioni per operazioni sospette).

Il decreto legislativo - in linea con la recente attuazione della IV direttiva antiriciclaggio - interviene direttamente sull’articolo 3 del decreto numero 29 del 2014, con cui sono già state recepite le regole Ue sulla cooperazione amministrativa in campo tributario.

In particolare, si prevede che gli uffici europei designati a mettere in collegamento gli stati per lo scambio di informazioni, oltre a utilizzare i dati e le notizie recuperate interrogando l’anagrafe tributaria, potranno avere libero accesso anche sulla titolarità effettiva di persone giuridiche e trust presenti nella sezione dedicata del registro delle imprese. Accesso, tra l’altro, che potrà essere compiuto con gli stessi poteri e le stesse modalità che oggi la Guardia di finanza e l’agenzia delle Entrate utilizzano.

Secondo il decreto, Entrate e Finanza potranno accedere a documenti, dati e informazioni acquisite in assolvimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela e conservati dai soggetti tenuti alle verifiche. La cooperazione tra agenzia e Gdf dovrà essere regolata da un’apposita convenzione.

Il decreto legislativo, infine, interviene anche sull’accordo Fatca (Foreign account tax compliance act) tra Italia e Stati Uniti sulla compliance fiscale internazionale tra istituzioni finanziarie e lo scambio automatico di informazioni tra il nostro Stato e i Paesi esteri.

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