Imposte

Pillar 1 e 2 verso il debutto anticipato. Nella delega entra il recepimento

Il viceministro Leo aggiorna l’agenda degli interventi di allineamento. Al via la consultazione sulla Global tax Ue, rinviati i versamenti per le cripto

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di Alessandro Galimberti

L'improvvisa accelerazione sul Pillar 1 dell'Ocse la tassazione digitale – che a metà luglio dovrebbe finalmente veder definito il modello per la convenzione multilaterale dopo mesi di impasse – riapre per il governo il cantiere della fiscalità internazionale. Cantiere che, tra l'altro, deve già affrontare l'imminente debutto della Global minimum tax in versione Ue – in partenza dal prossimo 1° gennaio - e che quindi imporrà tappe forzate al Parlamento e alle parti professionali coinvolte. Ad annunciare la doppia svolta, attesa su entrambi i fronti ma “scongelata” improvvisamente sul complicato Pillar One, è stato il viceministro Maurizio Leo in apertura del convegno Italian tax reform, challenges and opportunities, promosso da Maisto e Associati nell'ambito della Legalweek 23. I tempi per la sottoscrizione della convenzione multilaterale si annunciano strettissimi – entro la fine dell'anno – per poi procedere con la ratifica parlamentare che, già dall'esercizio 2024, manderà in pensione la digital tax nazionale, come era previsto dagli accordi Ocse. Considerato che il Pillar One prevede anche la compensazione di quanto già versato agli erari nazionali, si prevede l'ennesimo cantiere complicato e affollato di scadenze.

Ma non meno problematico appare l'allineamento in tempo quasi reale al Pillar Two che, ancora in ritardo sul versante intercontinentale , partirà in anticipo dentro l'Unione europea dal prossimo 1° gennaio, con l’ormai famosa aliquota minima societaria al 15% . «In quest’ottica dovremo fare interventi mirati già nella delega fiscale – ha detto il viceministro alle Finanze, Leo – per fissare i criteri di recepimento e poi stendere il decreto legislativo prima della fine dell'anno». Materia, questa, che per la sua complessità verrà appena possibile messa in consultazione «per avere contributi da tutte la parti coinvolte».

Tra le tessere di questo scenario fiscale sempre più interconnesso e sempre più digitalizzato, Leo ha annunciato poi lo slittamento del termine per il versamento dell’imposta sostitutiva di regolarizzazione delle criptovalute (al prossimo settembre) e ha anticipato che i prossimi interventi di allineamento e adeguamento alle regole Ue riguarderanno l'Iva («in particolare i suoi presupposti, a cominciare dal principio di territorialità, continuando poi con la disciplina delle esenzioni e delle detrazioni») e il diritto doganale «rivedendo il Testo unico per renderlo coerente con i principi unionali». E sempre con un occhio all'attrattività fiscale del paese, il viceministro ha auspicato «regole di compliance anche per le persone fisiche gestite da uno sportello dedicato (presso le Entrate, ndr) per chi ha intenzione di trasferirsi in Italia».

La reputazione internazionale del nostro sistema fiscale, però, passa anche dal fronte della giustizia tributaria, come ha sottolineato Paola Severino – ex ministro della giustizia, presidente della Scuola della Pa e vicepresidente della Luiss – dove c'è ancora molto da fare. A cominciare dal versante sanzionatorio, in cui il principio di proporzionalità di ispirazione unionale viene costantemente violato dal doppio binario del processo e dai tre livelli sanzionatori «in deroga ai principi generali dell'ordinamento» e, nella sua declinazione pratica, soggiace alla frammentarietà del sistema giudiziario mentre altri Paesi, «come Francia e UK, hanno predisposto linee guida di armonizzazione della proporzionalità» ha detto la Severino. Altro tema dolente è la trasposizione nel giudizio penale degli accordi con l'Agenzia, ambito in cui la totale discrezionalità di Pm e giudici rende imprevedibili le conseguenze – e cioè l'appeal stesso - delle transazioni.

Anche per questo il presidente della commissione finanze della Camera, Marco Osnato, ha ricordato la necessità di «rendere cogente lo Statuto del contribuente che, visto che non può stare nella Costituzione, verrà inserito nelle preleggi» e ha ribadito la «sfida di prospettiva di rendere omogeneo nel lungo periodo il sistema di flat tax già ampiamente presente nell'ordinamento» intervenendo lato risorse sulla tax expenditures perché «l'Italia sta migliorando le sue performance internazionali e il fisco può assecondare questo trend» e, infine, «un fisco difficile inibisce anche la crescita delle Pmi».

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