Possibile investire con un visto «lampo»
Tutto pronto per il “visto lampo” per chi vuole investire in Italia. Un visto che subito dopo l’estate si potrà ottenere nel giro di 30 giorni presentando i documenti necessari - che saranno valutati da un apposito Comitato - attraverso una piattaforma web ad hoc. Il nuovo visto, previsto dalla legge di bilancio dell’anno scorso, apre le porte al riconoscimento di un permesso di soggiorno biennale rinnovabile per altri tre a patto che l’investitore straniero (non cittadino Ue) dimostri di voler acquistare titoli di Stato italiani (per almeno 2 milioni) o investire nel capitale di un’impresa italiana (almeno 1 milione di euro) o di una start up (minimo 500mila euro). Gli investimenti dovranno in ogni caso essere mantenuti per almeno due anni. In alternativa saranno benvenute anche donazioni filantropiche «significative» nei beni culturali, nella gestione degli immigrati, nell’istruzione e nella ricerca per un importo non inferiore a un milione.
Il decreto del Mise, di concerto con il Viminale e con la Farnesina, è stato firmato nei giorni scorsi dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e inviato per la registrazione alla Corte dei conti. E contiene le procedure per ottenere il visto che dovrebbero entrare a regime entro fine settembre, subito dopo che si sarà insediato il Comitato che sarà guidato dal Dg per la politica industriale del Mise e in cui siederanno tra gli altri rappresentati di Viminale, Farnesina, Uif, Guardia di fnanza, Entrate e Agenzia Ice. Il Comitato valuterà, in particolare, i documenti con cui il’investitore dovrà dimostrare di essere titolare o beneficiario degli importi da destinare agli investimenti e la certificazione della provevienza lecita dei fondi oltre che dell’insussistenza di condanne penali definitive e di carichi pendenti. Il decreto prevede poi che il procedimento sia concluso «entro 30 giorni dalla ricezione della domanda». Dopo l’emissione del nulla osta l’investitore potrà presentare domanda di visto all’ufficio consolare e poi, entro otto giorni dall’ingresso in Italia, potrà richiedere alla questura il rilascio del permesso di soggiorno per investitori di durata biennale, come previsto dal nuovo articolo 26-bis del Testo unico immigrazione che ha introdotto questo speciale regime premiale di ingresso e soggiorno.
L’investitore straniero dovrà però «entro tre mesi dalla data di ingresso in Italia» trasmettere al Comitato la documentazione «comprovante l’effettuazione dell’investimento o della donazione, per l’intero importo previsto». Se non sarà effettuata questa comunicazione o non sarà presentata la documentazione necessaria per comprovare l’investimento la domanda di permesso di soggiorno sarà rigettata e dunque revocato anche il permesso. In ogni caso la revoca del permesso potrà avvenire in qualsiasi momento nel caso l’investimento risultasse dismesso o se l’investitore diventasse irreperibile. Infine il decreto prevede che il detentore di permesso di soggiorno per investitori in scadenza «può richiederne il rinnovo per un periodo ulteriore di tre anni, in presenza di nulla osta del Comitato attestante il mantenimento dell’investimento».