Professione

Professionisti, calendario su misura per l’accesso a Entratel con lo Spid

Per intermediari e imprese sarà un Dpcm a stabilire le date della transizione; vecchie credenziali detenute dai cittadini valide fino al 30 settembre 2021

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di Giovanni Parente

Uno switch off su misura. Nella trasformazione digitale che si prepara dal prossimo anno l’abbandono delle attuali credenziali di accesso ai servizi telematici delle Pa destinate a cedere il posto prevalentemente allo Spid avverrà con un calendario ad hoc per professionisti e imprese. Per gli operatori economici non vale il taglia fuori (ma con regime transitorio) previsto per i cittadini. Solo per questi ultimi, infatti, dal 28 febbraio 2021 le Pa non potranno più rilasciare o rinnovare credenziali per l’identificazione e l’accesso dei cittadini ai propri servizi in rete, diverse da Spid, Cie (Carta di identità elettronica) o Cns (Carta nazionale dei servizi), fermo restando l’utilizzo di quelle già rilasciate fino alla loro naturale scadenza e, comunque, non oltre il 30 settembre 2021.

L’accelerazione imposta dal Dl 76/2020 (decreto Semplificazioni) nel dialogo digitale con le pubbliche amministrazioni ha tenuto in qualche modo conto delle diversità delle situazioni. Così la data del 28 febbraio non rappresenta di per sé uno spartiacque per professionisti e intermediari abilitati per l’abbandono delle credenziali attualmente utilizzate per l’accesso tra l’altro a Entratel, ossia la porta d’ingresso dei servizi online dell’agenzia delle Entrate.

Questo in virtù del fatto che il decreto Semplificazioni ha inserito una sorta di “clausola di salvaguardia” nell’articolo 64 del Codice dell’amministrazione digitale (Cad, ossia il Dlgs 82/2005). Il comma 3-bis si chiude stabilendo che «con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o del ministro delegato per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione è stabilita la data a decorrere dalla quale» le pubbliche amministrazioni (nella formulazione della norma «i soggetti di cui all’articolo 2, comma 2, lettera a» del Cad) «utilizzano esclusivamente le identità digitali per consentire l’accesso delle imprese e dei professionisti ai propri servizi in rete». Di conseguenza deve essere emanato un provvedimento (Dpcm o decreto del ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione), per cui tra l’altro non è stato previsto un termine, in modo da prevedere un calendario diverso da quello per i cittadini per l’abbandono delle attuali credenziali di accesso e che consentirà di gestire la transizione e l’associazione dello Spid alla “qualifica” di intermediario abilitato. Ci sarà così anche il tempo per strutturare un’offerta più completa per lo Spid professionale, che è diverso da quello utilizzato dai semplici cittadini in quanto deve provare l’appartenenza a una persona giuridica o a un ordine professionale. Anche perché, da quanto risulta dal sito di Agid, al momento sono solo due i gestori di identità digitale che forniscono lo Spid professionale.

Se la disciplina ad hoc può evitare uno spartiacque troppo drastico che complichi ulteriormente la vita agli studi già subissati da una moltiplicazione di adempimenti con l’emergenza Covid-19, va però anche sottolineato come professionisti e intermediari stiano ricordando già ora la data del 28 febbraio ai propri clienti persone fisiche per l’accesso da parte di questi ultimi ai servizi digitali delle Pa. I cittadini, infatti, dovranno dotarsi o rinnovare prima del 28 febbraio 2021 le “singole” chiavi di ingresso (che poi resteranno valide fino alla naturale scadenza e comunque non oltre il 30 settembre 2021) alle diverse Pa (nel caso dell’agenzia delle Entrate si tratta delle credenziali Fisconline) oppure dotarsi di Spid o in alternativa attivare le modalità di accesso tramite Cie o Cns. Muoversi per tempo può evitare corse e ingorghi digitali come avvenuto per il debutto del cashback sull’app Io.

Per ora un primo “assaggio” del cambiamento in arrivo si è già avuto con l’Inps che dal 1° ottobre 2020 non rilascia più nuovi Pin (se non per un ristretto novero di soggetti: minori di 18 anni, persone che non hanno documenti di identità italiana, persone soggette a tutela, curatela o amministrazione di sostegno). Da quella data chi non era ancora in possesso del pin Inps non può più richiederlo ma accede ai servizi dell’istituto solo con Spid, Cie o Cns.

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