Regime di cassa, spiraglio per la deducibilità delle perdite
Si apre uno spiraglio (e forse qualcosa di più) per consentire anche alle piccole imprese che vogliono optare per il regime semplificato per cassa di poter riportare le perdite da un anno all’altro così come avviene per le società di capitali. In manovra di bilancio, all’esame della Camera, la spinta per non tassare le perdite a circa 2 milioni di imprese personali è ormai bipartisan.
In sostanza, la lunga serie di emendamenti di maggioranza e opposizioni al Ddl Bilancio, tra cui anche due correttivi approvati dalla commissione Finanze e inseriti nel pacchetto di modifiche segnalate da sottoporre al voto definitivo della commissione Bilancio, punta a dare piena attuazione al nuovo regime semplificato introdotto con la scorsa manovra che consente alle imprese in contabilità semplificata di pagare Irpef e Irap solo sui redditi effettivamente incassati. Nel regime di cassa, però, al momento non è consentito far transitare le perdite da un anno all’altro.
Per non subire questa penalizzazione, oltre due milioni di imprese rinunceranno al nuovo regime semplificato sobbarcandosi i maggiori costi amministrativi della contabilità ordinaria.
La soluzione proposta dalle forze politiche della Camera consente alle imprese in contabilità semplificata di poter portare in deduzione le perdite di esercizio e quelle derivanti dalla partecipazione in società in nome collettivo e in accomandita semplice in diminuzione dei relativi redditi nei periodi d’imposta e per la differenza nei successivi, in misura non superiore all’80% dei relativi redditi conseguiti negli stessi periodi d’imposta e per l’intero importo che trova capienza.
Il nodo da sciogliere resta ancora il costo dell’operazione. Anche per questo gli emendamenti proposti prevedono un limite ridotto rispetto alla regola dell’80% per i primi tre anni d’imposta. In particolare le perdite del periodo di imposta 2017 sono diminuiscono i relativi redditi conseguiti nei periodi di imposta 2018 e 2019 in misura non superiore, rispettivamente, al 40 e al 60 per cento. Mentre nel periodo d’imposta 2018 le perdite peseranno sui redditi conseguiti nel periodo d’imposta 2019 in misura non superiore al 60 per cento. Per far quadrare i conti, pari a circa 150 milioni complessivi il Governo potrebbe rimodulare l’impatto sul gettito che potrebbe scaturire dal costo del magazzino prevedendo un utilizzo delle perdite pregresse al 20 e 30 % per i primi due anni d’imposta e del 40% nel 2020.