Registri Iva e precompilata, i ritocchi necessari per semplificare
Le mie, più che proposte, sono delle riflessioni. Potrebbero essere anche del tutto infondate e inattuabili.
Registri Iva obbligatori
Ormai da diversi anni la normativa italiana prevede una serie di adempimenti fiscali/burocratici sempre più frequenti e stringenti. Questi obblighi - per assurdo alle volte introdotti nel nome della semplificazione - generano nel concreto un aumento della complessità gestionale delle imprese italiane, soprattutto le piccole imprese non dotate di personale interno deputato esclusivamente a tale scopo.
A titolo di esempio si possono ricordare: l’obbligo di fattura elettronica per le vendite effettuate alla Pa oppure varie comunicazioni fiscali ormai “consolidate” (spesometro, «Cu», Intrastat eccetera). Recentemente si sono aggiunti, fra gli altri, gli spesometri infrannuali, l’invio della liquidazione Iva infrannuale e la comunicazione delle spese sanitarie al Sistema tessera sanitaria (Sts).
Il tessuto economico italiano è formato per buona parte da piccole e micro imprese, in cui lavorano milioni di cittadini italiani. Ogni adempimento burocratico comporta inevitabilmente o l’obbligo a carico l’imprenditore di occupare parte del suo tempo per capirne il funzionamento e per adempierlo, oppure la necessità di pagare qualcuno perché lo aiuti a svolgere correttamente l’obbligo burocratico in questione.
In entrambi i casi vi è un forte aggravio della complessità di “fare impresa” in Italia, che significa che vengono utilizzate risorse al fine di risolvere gli adempimenti stessi. Quelle risorse (tempo e denaro) sarebbero potute essere impiegate invece per migliorare l’impresa e la sua capacità di creare posti di lavoro.
Visto che già ora vi è l’obbligo di tenere i registri Iva obbligatori, la mia “proposta” è questa: istituire l’obbligo, a carico di tutti i soggetti obbligati, di inviare i registri Iva obbligatori all’agenzia delle entrate entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello di riferimento.
Contemporaneamente, per questi soggetti, abolire tutta una serie di comunicazioni i cui dati sono già presenti nei registri Iva suddetti (ad esempio spesometri, liquidazioni, spese sanitarie, modello TR, Intrastat eccetera).
Facendo così l’agenzia delle Entrate avrebbe tutti i dati di cui ha bisogno e il contribuente sarebbe liberato da una serie di formalità a cui ora è sottoposto. Se poi i dati ricevuti dall’agenzia delle Entrate non sono più classificati e/o ordinati per le finalità che si prefigge il singolo ufficio statale, sarà compito del personale dell’ufficio stesso classificare ed elaborare i dati in questione nella maniera a lui più utile. Oppure pagare qualcuno che faccia quel lavoro.
Modello 730 precompilato
Altra proposta riguarda non tanto le imprese ma il contribuente privato. Si tratta del modello 730 precompilato. La ratio di questo modello è permettere al contribuente di sapere quanto deve pagare di tasse, senza ulteriori aggravi e in maniera gratuita. Per fare ciò si è impiegato un gran numero di impiegati statali, soprattutto credo personale dell’agenzia delle Entrate, si sono previsti nuovi obblighi a carico dei cittadini (per es. invio spese sanitarie al sistema TST) e, infine, il singolo contribuente – ossia il soggetto che dovrebbe ricevere i maggiori benefici – deve studiarsi il funzionamento del sito internet destinato al modello precompilato, richiedere all’agenzia delle Entrate alcune password di accesso, valutare se i dati inseriti dall’amministrazione finanziaria nel suo modello precompilato sono corretti. Per fare tale valutazione sono necessarie delle conoscenze, almeno minime, di diritto tributario.
Non sarebbe più semplice ed economico (anche per lo stato) prevedere la completa detraibilità. Non deducibilità, ma detraibilità (se non addirittura un credito d’imposta) a favore del contribuente del costo del commercialista che compila e invia la dichiarazione dei redditi?
Così facendo, oltre a dare lavoro ai commercialisti (personale conflitto di interessi?), non sarebbe necessario utilizzare risorse statali per creare il sistema del modello 730 precompilato, le singole imprese che erogano prestazioni deducibili non sarebbero obbligate a svolgere nuovi adempimenti e, infine, il singolo contribuente non dovrebbe destreggiarsi fra siti internet, password e commi del Tuir. Sarebbe sufficiente che quest’ultimo, com’è sempre stato fatto, raccogliesse i documenti fiscali durante l’anno (spese mediche ecc) e l’anno successivo andasse a fare la dichiarazione dei redditi. Il costo del servizio di compilazione, calcolo e invio fiscale lo “offre” lo stato, prevedendo appunto la detrazione totale di quel costo.