Scontrini elettronici, il reso merce fa i conti con la gestione dell’Iva
In caso di reso il negoziante può sottrarre il prezzo della merce restituita dal maggiore corrispettivo dovuto per altri beni scelti dal cliente o consegnare al cliente un voucher da spendere in futuro
Se un consumatore insoddisfatto rende la merce per la quale è stato emesso il documento commerciale, è possibile utilizzare l'importo corrispondente al prezzo del bene restituito in altri acquisti presso lo stesso punto vendita. In questi casi, è possibile alternativamente:
• sottrarre il prezzo della merce restituita al dettagliante dal pari o maggiore corrispettivo dovuto per gli altri beni scelti dal cliente, se il cambio avviene contestualmente al reso;
• consegnare al cliente un buono da spendere nei futuri acquisti.
Nel primo caso (procedura della «sottrazione»), il corrispettivo del reso è comprensivo della relativa Iva incorporata; quindi, questa operazione di «sottrazione» è possibile solo:
• se il cedente registra i corrispettivi senza distinzione di aliquota, utilizzando il cosiddetto metodo della ventilazione dei corrispettivi, in quanto la liquidazione dell'Iva viene effettuata sulla base della composizione degli acquisti, distinti per aliquote;
• se l'aliquota dei beni resi è la stessa di quella relativa ai beni dati in sostituzione (risoluzione 154/E/2001).
Considerando che la scelta dei nuovi beni potrebbe avvenire non contestualmente al momento del reso, ma qualche giorno dopo, in alternativa alla procedura precedente della «sottrazione», è possibile consegnare al cliente un buono d'acquisto da spendere in futuro.
Questa procedura è possibile, comunque, anche quando il cambio è contestuale al reso. Inoltre, è possibile nei casi in cui il nuovo bene abbia un'aliquota Iva differente rispetto a quello reso e il negoziante non utilizzi il metodo di liquidazione dell'Iva della ventilazione dei corrispettivi.
In caso di consegna al cliente di un buono d'acquisto, la procedura è la seguente.
Al momento della restituzione del bene all'esercente, quest'ultimo deve consegnare un «Documento commerciale emesso per reso merce» (vedi allegato al provvedimento delle Entrate 248558 del 30 giugno 2020), al fine di rettificare il corrispettivo del bene reso e recuperare la relativa Iva.
Questo documento commerciale deve richiamare quello emesso con il riferimento all'operazione originaria, come indicato nelle Specifiche tecniche RT e nel documento «Tipi di Dati per i Corrispettivi», allegati al provvedimento delle Entrate 248558/2020 , e applicabili dal primo aprile 2021, grazie alla proroga prevista dal provvedimento 389405 del 23 dicembre 2020.
Questi dati vanno ricercati all'interno della memoria permanente del registratore telematico oppure, in caso di esito negativo (per esempio, perché l'acquisto è stato effettuato a un altro punto cassa), vanno inseriti manualmente.
Questo documento commerciale non ha segno negativo ed è assimilabile allo scontrino cosiddetto «negativo», di importo pari al buono d'acquisto, che era stato previsto dalla risoluzione 219/E/2003, per rettificare il corrispettivo del bene reso.
Per quanto riguarda il buono d'acquisto di pari valore, è necessario distinguere se questo è classificabile tra i buoni-corrispettivo monouso o quelli multiuso (articolo 6-bis del Dpr 633/1972):
• al momento della consegna del buono-corrispettivo monouso, l'esercente deve emettere un altro scontrino relativamente ai beni che verranno ceduti in futuro;
• altrimenti la consegna del buono-corrispettivo multiuso non costituisce effettuazione dell'operazione; pertanto, non si realizza il momento impositivo ai fini Iva e l'esercente non è tenuto a emettere il documento commerciale. Tuttavia, se per esigenze gestionali, volesse memorizzare l'operazione di consegna del buono-corrispettivo multiuso, potrebbe emettere il documento commerciale con il codice natura N2.2 (operazioni non soggette, altri casi).
Al momento del nuovo acquisto, l'esercente che ha emesso il buono multiuso deve emettere un nuovo documento commerciale, con la descrizione del bene venduto e la valorizzazione della relativa Iva, mentre il buono deve essere utilizzato come un mezzo di pagamento, riportando il suo numero identificativo all'interno del documento commerciale ovvero, ove il registratore telematico in uso lo consenta, utilizzando la cosiddetta «Appendice», che si trova almeno tre righe dopo il logotipo fiscale e il numero di matricola; in questa «Appendice», infatti, possono essere riportati i dati o le immagini che l'esercente reputa opportuno per la propria attività (pubblicità, immagini grafiche, messaggi augurali e di cortesia, messaggi informativi e promozionali per il cliente, estremi del pagamento tramite Pos, la specificazione delle tipologie di pagamento).
In caso di eventuale «reso del reso» la procedura è analoga a quella prevista in precedenza, ma nel nuovo documento commerciale emesso per reso merce deve essere richiamato il documento emesso al momento della scelta del nuovo bene (risposta a interpello 167/2020).
Questo articolo fa parte del nuovo Modulo24 Iva del Gruppo 24 Ore. Leggi gli altri articoli degli autori del Comitato scientifico e scopri i dettagli di Modulo24