Riforma dello sport, proroga in cortocircuito
Nuove regole fiscali rinviate a fine 2023 ma il vecchio regime cessa il 1° luglio 2022
Nuove proroghe in arrivo per la riforma dello Sport con possibile corto circuito normativo. Con le modifiche approvate dal Senato al Dl Sostegni, arriva l’ennesima battuta d’arresto per i decreti di riforma dello sport, su cui poco più di un mese fa era già intervenuta una prima proroga al 2022 (articolo 30 del Dl 41/2021).
Con il testo uscito dal Senato (ora è all’esame della Camera) viene, infatti, previsto un ulteriore slittamento dei termini di efficacia dei decreti di riforma. Proroga peraltro che varia a seconda dei decreti e con differenti tempistiche.
Più nel dettaglio, vengono distinti i termini di operatività del decreto sugli enti e sul lavoro sportivo (Dlgs 36/2021) rispetto agli altri (Dlgs 37/2021 sui rapporti di rappresentanza di atleti e agente sportivo, Dlgs 38/2021 sull’impiantistica sportiva; Dlgs 39/2021 sulla semplificazione adempimenti degli organismi sportivi; Dlgs 40/2021 sulle discipline sportive invernali). A ben vedere se per questi ultimi, l’entrata in vigore è prorogata tout court al 31 dicembre 2023, il Dlgs 36/2021 invece prevede tempistiche di efficacia differenziate a seconda che si tratti delle regole civilistiche o di quelle fiscali. Le prime, infatti, entreranno in vigore il 1° gennaio 2022, mentre slittano al 31 dicembre 2023 le disposizioni fiscali relative ai collaboratori sportivi e agli amatori, nonché a quelle sul vincolo sportivo. Oltre a questa anomalìa, a destare maggiori perplessità è il mancato coordinamento normativo con le altre disposizioni della riforma. Segno di un intervento legislativo che manca ancora di una coerenza sistematica nell’opera di revisione dell’intera materia dello sport. Infatti, alla proroga dei termini di entrata in vigore della nuova disciplina fiscale contenuta nel Dlgs 36/2021 non fa seguito una revisione dei termini di abrogazione delle disposizioni previgenti, che restano inalterati nella sua versione originaria al 1° luglio 2022. Con l’inevitabile conseguenza che con tale formulazione rimarrebbe un vuoto legislativo i professionisti sportivi nel lasso temporale intercorrente tra il momento di abrogazione delle norme ante riforma e quello di operatività delle nuove regole. Ad esempio, a far data dal 1° luglio 2022 verrebbe meno la legge 91/1981 che rappresenta una delle principali norme sul lavoro sportivo in ambito professionistico, senza che a tale abrogazione segua un’altra disciplina.
In sostanza, l’incessante ricorso alle proroghe a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi è segno di una riforma dello Sport che sembra destinata a non partire, quantomeno con le regole contenute nei citati decreti. Emerge, infatti, la sensazione che i decreti in questione siano stati emanati più per rientrare nelle tempistiche di durata della legge delega che per attuare un intervento riformatore nel mondo dello sport. Molti, dunque, i nodi che restano da sciogliere e che si aggiungono alla già “ingarbugliata” matassa, su cui sarebbe opportuno un intervento puntuale e armonico del legislatore.