Rinuncia all’eredità, pro-rata Iva e Tari sui parcheggi
La rinuncia tardiva all’eredità non fa ricadere i debiti tributari del defunto
Ancorché tardiva la rinuncia all’eredità basta per escludere il rinunciatario dal dover rispondere dei debiti tributari del defunto. A condizione però che non abbia posto in essere comportamenti dai quali possa desumersi un’accettazione tacita dell’eredità. In quest’ultimo caso, però, l’onere probatorio spetta all’Amministrazione.
• Cassazione, ordinanza 24317/2020
Nessuna sanzione sul rimborso d’imposta effettuato per errore
Se il contribuente ha indebitamente ottenuto un rimborso tributario, il principio di legalità sul quale si fonda il sistema delle sanzioni tributarie preclude all’Amministrazione di applicare la sanzione prevista per l’omesso versamento, parziale o totale, dell’imposta. Intanto questa è una fattispecie diversa che non è in alcun modo assimilabile a quella dell’omesso, parziale o totale, versamento del tributo. Poi il rimborso indebito poggia su un errore dell’Amministrazione, che avrebbe dovuto controllare con maggiore attenzione la spettanza del rimborso, e negarlo se non spettante.
• Cassazione, ordinanza 24517/2020
Iva indetraibile sull’immobile strumentale dato in leasing a terzi
La società, che può esercitare l’attività di acquisto e vendita di immobili solo se strumentale o utile al raggiungimento dell’oggetto sociale, non può detrarre l’Iva relativa ai canoni di leasing dell’immobile strumentale dato in locazione a terzi. L’assenza della prova dell’intenzione di adibire l’immobile a sede della società al momento del pagamento dei canoni di leasing, fa venire meno il requisito dell’inerenza potenziale o prospettica in grado di consentire la detrazione dell’Iva addebitata.
• Cassazione, sentenza 24535/2020
Il maggior valore dell’immobile si desume dai dati Omi e da elementi indiziari
L’accertamento del maggior valore dell’immobile oggetto di trasferimento ai fini delle imposte dirette non può essere basato sui valori Omi (Osservatorio mercato immobiliare) perché è stata soppressa la presunzione legale di corrispondenza del valore di compravendita al valore normale del bene. Il giudice tributario può sempre basare il proprio convincimento anche solo su un unico elemento, a condizione che esso sia connotato dei requisiti della precisione e della gravita. In tal senso la presunzione semplice recata dal valore Omi da sola non basta, perché essa deve essere combinata con ulteriori elementi indiziari.
• Cassazione, ordinanza 24550/2020
Riconteggio consolidato del pro-rata della detraibilità Iva nella fusione societaria
In caso di fusione per incorporazione di una, o più società, in un’altra, per il conteggio della percentuale dell’Iva detraibile in relazione al compimento di operazione esenti («pro rata») per l’anno d’imposta in cui è perfezionata la fusione, occorre considerare l’ammontare complessivo e aggregato delle operazioni imponibili ed esenti effettuate da tutte le società coinvolte. Pertanto l’incorporante non può chiedere a rimborso un credito Iva vantato da una società del gruppo derivante dalle operazioni effettuate nell’anno di perfezionamento della fusione, perché il diritto alla detrazione Iva, anche se definitivamente conseguito dalla stessa incorporata, deve essere conformato alle risultanze dell’unica dichiarazione Iva presentata.
• Cassazione, sentenza 24708/2020
Le scritture contabili mancanti escludono l’applicazione automatica del «favor rei»
La mancanza delle scritture contabili, pregiudizievole ai fini dell’accertamento del danno cagionato ai creditori in caso di bancarotta fraudolenta documentale, non consente di presumere distrazioni o altri fatti negativi così da rendere automaticamente applicabile l’attenuante per il «favor rei». La mancanza delle scritture contabili non può essere mai utilizzata per presumere circostanze favorevoli all’imputato e queste ultime devono sempre soggiacere alla regola della dimostrabilità in giudizio, a meno che non emergano elementi ulteriori in grado di rendere plausibile la determinazione di un danno tenue.
• Cassazione, sentenza 31258/2020
Risponde in proprio l’amministratore che utilizza come scudo la società
La regola generale, secondo cui la sanzione amministrativa pecuniaria colpisce la persona fisica autrice dell’illecito, vale quando viene provato che l’amministratore della società, dotata di personalità giuridica, abbia agito nel proprio esclusivo interesse, utilizzando l’ente quale schermo o paravento per sottrarsi alle conseguenze degli illeciti tributari commessi a proprio favore. Diversamente opera sempre la presunzione in base alla quale la persona fisica autrice della violazione, che agisce nell’esclusivo interesse della società rappresentata dotata di personalità giuridica, non è passibile di alcuna sanzione.
• Cassazione, sentenza 25135/2020
Ai fini Tari l’area scoperta usata come parcheggio senza esenzione totale
Ai fini Tari, l’area scoperta adibita a parcheggio non può godere dell’esenzione totale perché è una rimessa di veicoli e quindi idonea a produrre rifiuti. E neppure può essere totalmente equiparata all’area coperta con totale pagamento della tassa. La discrezionalità dell’ente locale, nello stimare in concreto la capacità media di produzione di rifiuti per tipologie, ha infatti natura tecnica e non politica, e deve sempre essere esercitata, nel rispetto del principio di proporzionalità, attraverso una stima realistica dell’imposizione.
• Cassazione, sentenza 25244/2020