Sanatoria liti, per il calcolo vale la data di deposito
In caso di doppia conforme e di sentenza di Cassazione con rinvio deliberata il 19 dicembre 2018 ma depositata a gennaio di quest'anno, la definizione della lite si ottiene comunque con il pagamento del 5% della maggiore imposta. Con la risposta n. 156 pubblicata ieri continuano i chiarimenti da parte dell'agenzia delle Entrate in vista dello sprint finale della definizione di cui all'articolo 6 del decreto legge 119/2018, in scadenza alla fine del mese.
Nel caso descritto nel quesito, il contribuente aveva vinto totalmente in primo e secondo grado e l'Agenzia aveva proposto ricorso per Cassazione.
Dopo l'udienza di discussione del ricorso, la relativa sentenza risultava emessa il 19 dicembre 2018 e depositata in segreteria il 24 gennaio scorso. La pronuncia è stata di accoglimento del ricorso dell'Agenzia con rinvio alla Commissione tributaria regionale. La parte chiedeva quindi come calcolare l'importo della definizione.
Il parere delle Entrate
L'Agenzia ha confermato la possibilità di versare il 5% della maggiore imposta, considerato che, alla data del 19 dicembre 2018, la vicenda risultava ancora pendente davanti alla Corte di cassazione. Come è noto, infatti, le sentenze sono efficaci con la loro pubblicazione che avviene tramite deposito, mentre non rileva la data di deliberazione delle stesse. Come evidenziato anche nelle risposte date a Telefisco, diversa sarebbe stata la situazione se la sentenza di Cassazione con rinvio fosse stata pubblicata alla data del 19 dicembre 2018.
In questo caso, atteso che la controversia non è più pendente davanti alla Corte, bisognerebbe far riferimento all'ultima sentenza di Ctr depositata al 24 ottobre 2018.
Nella vicenda in esame, poiché tale sentenza era favorevole al contribuente, la sanatoria sarebbe costata il 15% della maggiore imposta.
In linea di principio, vale peraltro ricordare che tutte le sentenze depositate dopo il 24 ottobre 2018 sono ininfluenti ai fini della definizione, ad eccezione per l'appunto delle pronunce di Cassazione. Queste ultime, se di accoglimento o di rigetto, depositate prima della trasmissione della domanda di definizione, impediscono l'adesione. Se si tratta di Cassazione con rinvio e sono depositate entro il 19 dicembre 2018, impediscono la definizione al 5 per cento.
Si ricorda inoltre che le pronunce di Cassazione con rinvio depositate prima del 24 ottobre 2018 comportano il pagamento del 90% della maggiore imposta (circolare n. 6 del 2019).
Nella risposta n. 156 si ribadisce che per applicare la percentuale del 5% occorre la soccombenza integrale dell'agenzia delle Entrate in entrambi i gradi di giudizio. Allo scopo, bisogna raffrontare quanto richiesto dal contribuente in sede di ricorso con il contenuto delle pronunce di merito.
Agenzia delle Entrate, risposta a interpello 156/2019