Adempimenti

Slittano i pagamenti delle cartelle e il saldo dell’Irap per chi ha sforato gli aiuti

Rinvio al 30 novembre per versare l’Irap in caso di superamento degli aiuti di Stato

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Più tempo per recuperare i versamenti Irap, per chiedere e non perdere gli arretrati dell’assegno unico esteso ad autonomi e disoccupati e per raccogliere le firme per il referendum sulla cannabis. Sono i contenuti del decreto legge all’esame del Consiglio dei ministri del 29 settembre, che approverà la nota di aggiornamento al Def. Intanto il Governo lavora anche a una diluizione dei pagamenti delle cartelle sospese durante la pandemia e il cui importo è dovuto in unica soluzione entro giovedì 30 settembre.

Sulle cartelle si profila un doppio intervento per venire incontro ai contribuenti, che si trovano di fronte a un vero e proprio ingorgo. Il 30 settembre scadono, infatti, sia il termine per versare tutti i pagamenti sospesi per l’emergenza Covid nel periodo tra l’8 marzo 2020 e il 31 agosto 2021 sia quello per la rata originariamente dovuta a luglio 2020 della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Come annunciato dalla sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra (Leu), l’Esecutivo sta valutando di diluire il pagamento. Anche perché chi aveva piani di rateazione in corso si trova a dover saldare almeno 10 rate (se ne deve complessivamente 18) per non perdere la chance dei pagamenti scaglionati. Sul punto allo studio c’è l’ipotesi di spalmare su più mesi gli arretrati. Sul numero la partita è tutta aperta: «La discussione è in atto - ha precisato la sottosegretaria a «Radio Anch’io» su Radio1 - e potrebbe andare nel decreto fiscale che accompagnerà la manovra di bilancio, ma queste scelte hanno dei costi e se andiamo oltre dicembre dobbiamo trovare una copertura anche molto elevata che potrebbe diventare concorrente di altri interventi che vogliamo fare in campo fiscale».

Sulla rottamazione, invece, si punta a una remissione in bonis per quanti hanno perso il treno dei pagamenti. Questo consentirebbe a una platea di almeno 300mila contribuenti che hanno saltato l’appuntamento - anche a causa di un calendario su cui sono arrivate continue modifiche - durante la pandemia di reinserirsi sul sentiero della definizione agevolata.

Se però questo doppio intervento sembra di aver bisogno di più tempo proprio per l’esigenza di reperire le necessarie coperture, il Governo sceglie la strada del decreto d’urgenza per spostare al 30 novembre il termine anch’esso del 30 settembre per l’Irap. La scadenza riguarda le attività economiche che hanno superato il plafond consentito dal Temporary framework Ue per gli aiuti di Stato concessi per l’emergenza Covid e avrebbero dovuto restituire l’esenzione dal saldo 2019 e dal primo acconto 2020 dell’imposta sulle attività produttive prevista dal decreto Rilancio dello scorso anno (Dl 34/2020). Sul punto restano molti punti ancora irrisolti (come segnalato dall’articolo di Alessandro Martinelli e Antonio Tomassini) e il maggior tempo può servire a fare chiarezza con il decreto attuativo per la verifica dei limiti e il modello di autocertificazione in modo da evitare il ripetersi della stessa situazione.

Intanto il decreto legge sposta anche il termine per consentire le richieste da parte di autonomi e professionisti dell’assegno unico. Anche in questo caso slitta al 31 ottobre il termine per chiedere all’Inps gli assegni arretrati spettanti dal 1° luglio 2020. Un rinvio reso necessario dalla considerazione che le richieste sono state presentate solo dal 33% degli aventi diritto (come documentato dall’articolo di Michela Finizio sul «Sole 24 Ore del Lunedì» del 27 settembre) e sono ancora in attesa di risposta.

Non sembra, invece, profilarsi un ulteriore tempo supplementare per la presentazione del modello Redditi con scadenza sempre al 30 settembre per accedere poi al fondo perduto perequativo. I dati delle dichiarazioni sono necessari al Mef per definire la percentuale da inserire nel decreto attuativo che, per obbligo di legge, deve ottenere il via libera di Bruxelles. Un ulteriore rinvio non consentirebbe l’erogazione dell’aiuto aggiuntivo entro l’anno: termine inderogabile perché si supererebbe la scadenza del piano temporaneo di aiuti prevista dalla Ue. Senza considerare poi che le risorse sono state stanziate per essere spese nel 2021.

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