Controlli e liti

Solo la rogatoria blocca il conto in Svizzera

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di Alessandro Galimberti

Su ordine del tribunale del Southern district of New York, negli anni scorsi il Credito svizzero aveva bloccato il conto di un cliente americano per motivi fiscali.

Nel verdetto del 23 febbraio 2015 (resa nota nei giorni scorsi), il Tribunale di commercio zurighese ha invece giudicato l'azione illegale affermando che il blocco è stato effettuato unicamente per i propri interessi finanziari della banca e che la banca non può scaricare i rischi aziendali sulle spalle del cliente.

Il Credit suisse aveva prima bloccato diversi conti di William Millard, noto pioniere dei computer, usandoli poi per fini propri, in seguito ad una procedura di un debito fiscale verso l'Internal revenue service, meglio conosciuto come Irs, per 118 milioni di dollari.

Il verdetto del Tribunale di commercio del Canton Zurigo ha giudicato illegale il comportamento del Credit suisse. «Una banca con clientela internazionale deve conoscere i rischi che corre e non può scaricarli sul cliente», afferma il verdetto.

William Millard, che nel frattempo ha preso residenza fiscale sulle Cayman Islands, ha diritto ora al risarcimento di tutti i fondi espropriati, alle spese giudiziarie e alle spese per gli avvocati.

«Qualora fossero state portate a termine le indagini contro la banca, questa avrebbe rischiato anche una condanna penale per aver compiuto atti per conto di uno Stato estero, in sintonia con l'articolo 271 del Codice penale svizzero», afferma l'avvocato di origine italiana Enzo Caputo di Zurigo.

Secondo l'articolo 271 del Codice penale svizzero «chiunque, senza esservi autorizzato, compie sul territorio svizzero per conto di uno Stato estero atti che spettano a poteri pubblici è punito con una pena detentiva fino a tre anni».

Se una autorità straniera vuole bloccare un conto in Svizzera, esiste una sola via: la rogatoria internazionale.

Per essere possibile, il blocco deve basarsi sempre su reati gravi come riciclaggio, truffa e così via ma non per un semplice debito di natura fiscale di 118 milioni di dollari, come in questo caso.

In Svizzera, dove il reato di evasione non è considerato grave come in altri Paesi, è illegale bloccare un conto bancario per motivi fiscali.

Questa decisione sarà molto importante in futuro per gli italiani che hanno fondi nelle banche svizzere a cui ne viene limitato o impedito l'utilizzo da parte della banca per paura di incorrere nel nuovo reato di auto-riciclaggio.

Il prelievo non può essere impedito in base alla legge in vigore.

«La sentenza di Zurigo non fa che confermare quelle del tribunale d'appello di Lugano. La decisione coinvolgerà anche quegli italiani che ultimamente hanno preso residenza in Svizzera per non fare la voluntary disclosure. Se un domani lo Stato italiano dovesse presentare il conto definitivo per imposte evase al fisco a un ex-contribuente italiano ora residente in Svizzera, la Svizzera potrebbe non dare seguito all'ordine di incasso per le tasse dovute allo Stato italiano», spiega l'avvocato Enzo Caputo.

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