Finanza

Sostegni alle imprese con fornitori in zona di guerra

Beneficiarie Pmi e Mid Cap esportatrici verso qualunque area geografica. Ok della Commissione Ue ad altri 700 milioni di aiuti stanziati dall’Italia

di Roberto Lenzi

È aperto il sostegno alle imprese esportatrici verso qualunque area geografica che attingono approvvigionamenti da Ucraina, Federazione Russa e Bielorussia. Nel frattempo, sempre nell’ambito delle conseguenze del conflitto scatenato dall’invasione dell’Ucraina, arriva l’ok della Ue ad altri aiuti legati a questa guerra.

Il sostegno alle imprese esportatrici, gestito dalla Simest, è rivolto alle Pmi e alle Mid Cap italiane. Le domande possono essere presentate già dal 20 settembre. È interessante che al finanziamento a tasso molto basso si aggiunge una quota di cofinanziamento a fondo perduto fino al 40% dell'intervento agevolativo complessivo, nei limiti di 500mila euro di agevolazione. Ma tale cofinanziamento è rivolto solo alle imprese che acquisiscono almeno il 5% di approvvigionamenti diretti e indiretti da quei Paesi.

Compilazione e invio

Lo sportello per presentare domanda al bando istituito a sostegno delle imprese esportatrici nei territori colpiti dalla guerra in Ucraina è già disponibile: dal 20 settembre è possibile alle imprese connettersi al portale, dove ciascuna può presentare una sola domanda di finanziamento.

Per svolgere tale operazione, l'impresa deve acquisire una posizione all'interno della “coda virtuale”, attendendo il suo turno per operare.

Requisiti di accesso

Per poter richiedere l'aiuto in questione, le imprese devono rispettare i requisiti fondamentali previsti dal bando e contenuti all'interno dell'allegato 1 alla circolare 2/394/2022.

Uno dei requisiti da possedere è legato al fatturato medio estero, che deve essere pari ad almeno il 10% del fatturato totale dell'impresa richiedente nel triennio 2019-2021. Per verificare tale requisito, le aziende devono prendere in considerazione le dichiarazioni Iva del triennio sopracitato, alla voce VE30 e VE34, rapportandole alla voce VE50.

Valutato il primo requisito di accesso relativo al fatturato medio estero, le imprese devono procedere verificando un secondo parametro di accesso, che è relativo agli approvvigionamenti diretti e indiretti. Tra gli approvvigionamenti sono comprese le materie prime, i prodotti finiti e i semilavorati strumentali al ciclo produttivo.

Per quanto concerne gli approvvigionamenti diretti, i soggetti richiedenti devono aver registrato nel triennio in questione una quota media complessiva di acquisti almeno pari al 5% di approvvigionamenti dai tre Paesi coinvolti nel conflitto in corso, relazionato alla voce B6 del conto economico della medesima impresa, al netto dei beni di terzi destinati alla rivendita.

Per gli approvvigionamenti indiretti, l'impresa deve aver registrato nel triennio una quota media complessiva di almeno il 5% di approvvigionamenti di materie, effettuati da fornitori che a loro volta si approvvigionano dai tre Paesi in questione.

Percentuale differente, nella misura del 10%, deve essere stata registrata nel caso in cui gli approvvigionamenti consistano in semilavorati strumentali e prodotti finiti strumentali al ciclo produttivo. Tale percentuale va poi comparata alla voce B6 del conto economico dell'impresa richiedente (al netto dei beni di terzi destinati alla rivendita).

La scadenza

Le richieste di finanziamento potranno essere presentate fino alle ore 18 del 31 ottobre 2022, salvo chiusura anticipata per esaurimento delle risorse finanziarie disponibili.

La scadenza è identica a quella per accedere all'agevolazione rivolta alle imprese italiane esportatrici in Ucraina, Federazione Russa e Bielorussia, che è aperta dallo scorso 12 luglio ed è gestita anche’essa dalla Simest.

I nuovi aiuti

La Commissione Ue ha approvato uno schema italiano di aiuti pubblici da 700 milioni di euro per sostenere le imprese nel contesto della guerra russa contro l’Ucraina. Il regime è stato approvato nell’ambito del Quadro di riferimento temporaneo per gli aiuti di Stato in caso di crisi, adottato dalla Commissione il 23 marzo 2022 e modificato il 20 luglio, riconoscendo che l’economia dell’Ue sta attraversando «una grave perturbazione».

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