Spazio limitato per gli aumenti selettivi
Un aumento selettivo delle aliquote per finanziare, almeno in parte, le misure di salvaguardia potrebbe essere una scelta condivisibile specialmente perché potrebbe reindirizzare le politiche dell'Iva a finalità sociali, ambientali o di stimolo della produzione.
Questa scelta, però, deve fare i conti con le regole europee che, in particolare, in materia di aliquote, fissano rigidi paletti al legislatore: per l'aliquota ordinaria una aliquota unica per tutti i beni e servizi non inferiore al 15%; per le aliquote ridotte un numero massimo di due aliquote in relazione ai soli beni e servizi elencati nell'allegato III della direttiva Iva; per le aliquote superidotte la possibilità di mantenerle se adottate prima del 1° gennaio 1991.
A dire il vero con il piano d'azione del 2016 la Commissione Europea (documento COM 148/2016/UE) e con un successivo progetto di direttiva aveva posto all'attenzione dei governi la possibilità di liberalizzare le aliquote sia in termini percentuali che in termini di beni e servizi. Il progetto, però, molto ambizioso necessita di una condivisione politica che imporrebbe agli Stati, accanto a una maggiore discrezionalità interna, una parallela e maggiore attenzione nelle scelte dei beni e servizi da agevolare ovvero da sfavorire.
L'utilizzo di aliquote quale strumento di orientamento ovvero con scopi antievasione è stato nel tempo già operato dagli Stati, in alcuni casi con la diretta condivisione di Bruxelles (si pensi alle aliquote ridotte introdotte in materia di ristrutturazioni edilizie ovvero per i servizi di assistenza sociale) ovvero per iniziativa dello Stato (si pensi al tentativo, a dire il vero naufragato ancor prima di nascere perché in contrasto con le regole unionali, fatto con il Dl 223/2006 di aumentare in modo selettivo le caramelle con lo zucchero o il cioccolato).
Il progetto di aumenti selettivi che ha scopi precipuamente di gettito si scontra, da una parte, con i paletti europei e, dall'altra con i tempi ristretti a disposizione del Governo per adottare le singole misure. In effetti, se si volessero ottenere risultati soddisfacenti bisognerebbe battersi in Europa per l'attuazione immediata della proposta di direttiva e avere come Stato una piena libertà di decisione.
Sono però poche le possibilità che restano nelle disponibilità delle autorità nazionali.
In pratica per le aliquote ridotte l'unico gioco possibile è quello di intervenire sulle aliquote superidotte e ridotte selezionando i beni e servizi con finalità non più sostenibili incrementandole fino al 10% ovvero addirittura portandole nell'aliquota ordinaria del 22%; non è possibile, al contrario ipotizzare un incremento selettivo dell'aliquota ordinaria (22%) con beni e servizi differenziati.