Split payment, ancora un aggiornamento per gli elenchi 2017
Non c’è pace per lo
La nuova applicazione informatica http://www1.finanze.gov.it/finanze2/split_payment/public/ consente la consultazione degli elenchi effettuando la ricerca delle società presenti tramite codice fiscale o denominazione. Gli elenchi «definitivi» ripubblicati, a valere dal 1° luglio 2017 fino al 31 dicembre 2017, vedono:
• la conferma senza variazioni degli elenchi - pubblicati il 26 luglio scorso - n. 3 (società controllate di fatto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dai ministeri e delle società controllate da queste ultime) e n. 5 (società quotate inserite nell’indice Ftse Mib della Borsa italiana);
• la modifica degli elenchi n. 2 (società controllate di diritto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dai ministeri e delle società controllate da queste ultime) e n. 4 (società controllate di diritto dalle regioni, province, città metropolitane, comuni, unioni di comuni e delle società controllate da queste ultime).
Gli elenchi pubblicati non includono le Pa, soggette alla scissione dei pagamenti, per le quali l’elenco di riferimento è quello Ipa (www.indicepa.gov.it), esclusi i soggetti classificati fra i «gestori di pubblici servizi».
L’ennesima ripubblicazione degli elenchi definitivi 2017 rende sempre più difficoltoso il sistema per gli operatori tenuti ad applicare le regole dello split payment.
Per quanto riguarda, invece, gli elenchi validi dal 2018, pubblicati per la consultazione, in attesa di pubblicazione definitiva entro il 15 novembre 2017, si deve ritenere che ciò derivi unicamente dalla teorica eventualità di mancata conversione del Dl 148/2017 e quindi il venire meno delle nuove disposizioni di individuazione del perimetro split payment ivi previsto.
In tal senso, quindi, può essere opportuno che le società interessate segnalino eventuali incongruenze o errori. Infatti qualora l’iter stabilito dal decreto fiscale abbia regolare corso e venga emanato il decreto di attuazione entro il 30 novembre 2017, gli elenchi pubblicati da dipartimento delle Finanze nel sito e sottoposti alla consultazione non potranno esattamente corrispondere a quelli utilizzabili a partire dal 1° gennaio 2018 se non altro per la totale assenza delle fondazioni partecipate da amministrazioni pubbliche introdotte dalla nuova norma.