Adempimenti

Studi di settore, correttivi individuali più efficaci

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di Lorenzo Pegorin

Con la pubblicazione del decreto correttivi 2018 (e la relativa Nota tecnica e metodologica ) in Gazzetta ufficiale del 4 maggio scorso è stato inserito anche l’ultimo tassello necessario al completamento del complesso quadro normativo che accompagna la compilazione degli studi di settore per il periodo d’imposta 2017.

Viene confermata la struttura degli scorsi anni con delle novità rispetto all’annualità precedente legate ad un più robusto riposizionamento dei correttivi individuali, specie per i professionisti con funzione compenso basata sul numero degli incarichi dove, a parità di dati, la tendenza è quella di un aumento (e quindi di una diminuzione del ricavo stimato) rispetto al periodo d’imposta 2016.

Il decreto, pubblicato solo ora in Gazzetta ufficiale, ma la cui approvazione risale al 23 aprile scorso, segue in ordine di tempo l’altro correttivi, quello sui semplificati in regime d’impresa con determinazione del reddito per cassa (in Gazzetta ufficiale già dal 31 marzo scorso).

Entrambi i provvedimenti, i cui contenuti sono già stati interamente trasferiti su Gerico 2018 (disponibile dal 30 aprile), consentono ai contribuenti di poter effettuare, ora, i conteggi definitivi con riferimento al posizionamento in termini di congruità e coerenza/normalità delle singole posizioni.

Anche per quest’anno i correttivi vengono ripartiti in tre fondamentali categorie. I più diffusi, applicabili comunque sempre e solo a tutti i soggetti non congrui, sono i correttivi di settore che pesano la contrazione dei margini e della redditività e la cui applicazione è insita nel software Gerico. A questi si aggiungono quelli individuali, per il cui funzionamento è richiesta la compilazione del quadro T, che misurano la riduzione dell’efficienza produttiva nel 2017 rispetto al triennio precedente.

I correttivi territoriali, invece, agiscono sempre sulla contrazione dei margini e della redditività, ma con lo specifico compito di differenziare il risultato in relazione alla singola area geografica di appartenenza dell’ impresa.

I correttivi, sopra menzionati, si utilizzano anche per i professionisti che applicano funzioni compenso basate sul numero degli incarichi. In questo caso, i correttivi individuali agiscono sugli effetti della ritardata percezione dei compensi.

Viene, inoltre, confermata anche l’adozione di specifici elementi di riduzione riguardanti appositi correttivi sugli indicatori di coerenza (allegati 1.C e 1.D), previsti sia per le attività d’impresa che per i professionisti, anche se gli stessi continuano a riguardare solo una minima parte degli studi in vigore; come pure al loro posto troviamo gli interventi relativi all’analisi di normalità economica riguardante l’indicatore “Durata delle scorte” il cui funzionamento ricalca in buona sostanza quello dello scorso anno.

Come dicevamo, assistiamo quest’anno ad un più efficace valore di riduzione per i correttivi individuali. Per quelli di settore invece il correttivo assume posizioni non troppo distanti rispetto ai valori dello scorso anno, anche se poi, andando nel singolo dettaglio delle posizioni, per qualcuno effettivamente le cose potrebbero comunque cambiare. Spicca, sempre nell’ambito dei correttivi di settore, l’andamento dei professionisti, dove si registrano in genere valori di correttivo molto bassi. In particolar modo per i professionisti che applicano funzioni di compenso basate sul numero degli incarichi; in questo caso, in pratica, l’effetto è praticamente nullo per tutte e dodici le posizioni, ad eccezione dello studio di settore degli ingegneri.

La revisione degli Studi di settore per il periodo d’imposta 2017

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