Studi di settore, al traguardo la revisione congiunturale per l’effetto-crisi
Anche l’ultimo tassello per la campagna dichiarativa relativa agli studi di settore 2018 è andata a psoto. Dopo il primo decreto dell’Economia del 23 marzo scorso , il rilascio di Gerico (datato 30 aprile 2018) e l’aggiornamento della modulistica, arriva in «Gazzetta Ufficiale» anche il Dm dell’Economia per la revisione congiunturale degli studi per l’anno d’imposta 2017 con la corposa nota tecnica e metodologica di accompagnamento. Di fatto, si tratta dei valori necessari per «tener conto degli effetti della crisi economica e dei mercati».
Come ricorda il decreto del Mef «i ricavi e i compensi, risultanti dall’applicazione degli studi di settore in vigore per il periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2017, nonché la coerenza agli specifici indicatori di coerenza e normalità economica, segnalati dal programma informatico di ausilio all’applicazione degli studi stessi, sono determinati sulla base della nota tecnica e metodologica».
Il provvedimento ricorda, inoltre, che «i contribuenti che, per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2017, dichiarano, anche a seguito dell’adeguamento, ricavi o compensi di ammontare non inferiore a quello risultante dall’applicazione degli studi di settore integrati con i correttivi approvati con il decreto, non sono assoggettabili, per tale annualità, ad accertamento» in base a quanto previsto dall’articolo 10 della legge 146/1998.
Nota tecnica e metodologica sulla revisione congiunturale degli studi di settore per il 2017