Imposte

Sugli investimenti in economia reale, al Mef l’ultima parola

di Vitaliano D’Angerio e Federica Micardi

È in vista un nuovo incontro fra gli sherpa del Mef e delle Casse di previdenza sulle agevolazioni fiscali per gli investimenti in economia reale. Secondo indiscrezioni, sono in corso contatti fra le strutture operative di ministero ed enti per trovare una soluzione alla retroattività dei bonus fiscali per non escludere dal beneficio quelle Casse che, come Inarcassa, hanno già superato il limite del 5% di investimenti diretti e indiretti in aziende italiane.

L’agenzia delle Entrate (si veda Sole24Ore di sabato 18 novembre) ha stoppato la richiesta di Inarcassa di estendere retroattivamente l’agevolazione fiscale prevista dalla Legge di Stabilità dello scorso anno (legge 232/2016). Un’interpretazione «troppo rigida – dichiara il presidente di Inarcassa Giuseppe Santoro – che finisce col penalizzare chi ha sostenuto e continua a sostenere il Paese». Santoro, sottolinea che il suo ente ha già il 7% del patrimonio investito in economia reale e non intende soprassedere «alla corretta e prudente gestione degli investimenti» per usufruire di un premio fiscale.

Per Alberto Oliveti, presidente dell’Adepp, l’associazione delle Casse di previdenza, dalle Entrate è comunque arrivata un’apertura e riguarda l’accesso alla defiscalizzazione per i “richiami” successivi al 1° gennaio 2017 di investimenti stabiliti prima di questa data, «vale l’esborso per cassa e questo è un dato positivo che non era scontato» afferma. Quella delle Entrate è un’interpretazione che «svantaggia chi ha già scommesso sul paese» anche secondo Walter Anedda, Cassa dottori commercialisti. Sul tema il Mef sembra intenzionato a tentare una mediazione e il veicolo potrebbe essere la legge di bilancio. Le Casse hanno poco da eccepire, invece, sul perimetro degli investimenti «è sempre stato piuttosto ampio» afferma Oliveti. «È un peccato -aggiunge Anedda - che siano esclusi i private debt, e non credo sia dovuto al livello di rischio perché è analogo a quello dei private equity che invece sono inclusi».

Su come e dove investire a beneficio del paese hanno fatto dei passi in avanti i fondi pensione complementari, il cosiddetto secondo pilastro. A quanto risulta al Sole 24 Ore, il 29 settembre scorso vi è stato un incontro fra i direttori generali di numerosi fondi pensione negoziali e le strutture operative di Cdp, la Cassa depositi e prestiti. In quella sede si sarebbe discusso anche di veicoli giuridici che Cdp può mettere a disposizione dei fondi pensione per eventuali investimenti nell’economia reale. Se ci saranno sviluppi lo si saprà nelle prossime settimane.

Tornando alle Casse sulle loro decisioni di investimento, ricorda Oliveti, pesa «l’emanando decreto del Mef che dovrebbe regolamentarli», la consultazione era terminata il 5 dicembre 2014 con 300 richieste di chiarimento e da allora non se ne è saputo più nulla. «Siamo tutti in attesa perché se il decreto porrà un limite agli investimenti in economia reale noi Casse siamo già al 4,8 per cento».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©