Sull’e-fattura parte il pressing per un periodo di sperimentazione
Una partenza allineata per tutti al 1° gennaio 2019 e un semestre di sperimentazione nel quale dovrà essere consentito il doppio regime di fatturazione su carta e digitale. È la Cna a uscire per prima allo scoperto e a mettere sul tavolo un’ipotesi di lavoro per un debutto più soft all’indomani della pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» dell’Unione europea della decisone del Consiglio Ue con cui di fatto vengono congelate dal luglio 2018 al 31 dicembre 2021 le regole sulla piena equiparazione tra documenti cartacei ed elettronici (si veda Il Sole 24 Ore di ieri ).
Tradotto nella piena operatività della vita delle imprese e dei loro intermediari l’approdo in «Gazzetta» della decisione del Consiglio europeo con decorrenza 16 aprile 2018, vuol dire via libera all’obbligo dell’e-fattura fino a tutto il 2021. Come già accaduto per il poco amato split payment (ancora oggi operativo in deroga alle regole comunitarie) il via libera alla fattura elettronica è temporanea e una sua eventuale proroga dovrà essere condizionata a tre condizioni: che sia stato efficace il contrasto all’evasione Iva; che si sia ottenuta una semplificazione nella riscossione delle imposte; che l’intera operazione non abbia comportato nessun aumento degli oneri amministrativi sulle imprese.
Davanti al nuovo obbligo, pur se ampiamente anticipato dal Governo con la legge di Bilancio 2018 e oggetto di numerosi tavoli tecnici tra categorie e amministrazione finanziaria, i timori di imprese e professionisti sono che la fatturazione elettronica obbligatoria costringa a sostenere nuovi costi Per questo le piccole imprese chiedono di avviare l’obbligo dell’e-fattura solo «quando ci sarà la relativa sicurezza che tutto possa funzionare regolarmente». Su questo aspetto e sulle regole da adottare per far decollare il nuovo adempimento digitale tra privati, l’agenzia delle Entrate è ormai alle battute finali per la definizione del provvedimento attuativo e già per i primi giorni di maggio potrebbe essere diramato a uffici e associazioni di categoria.
Dal canto loro anche i commercialisti chiedono un avvio soft dell’obbligo di e-fattura. Come spiega al Sole 24 Ore Gilberto Gelosa, delegato alla fiscalità del Consiglio nazionale dei commercialisti ed esperti contabili (Cndcec), è importante «prevedere una gradualità dell’adempimento e delle premialità, soprattutto per tutelare le imprese e i soggetti meno strutturati».
A far paura a imprese e intermediari sono soprattutto i costi di gestione dell’e-fattura (i tributaristi della Lapet ieri in una nota hanno suggerito di introdurre «benefici fiscali»). Come sottolinea ancora Cna è fondamentale che l’obbligo anticipato alla fatturazione elettronica della cessione di carburante, che dovrebbe partire dal 1° luglio, sia rinviato di un semestre. Una partenza per tutti, dunque, allineata al 1° gennaio 2019. Il differimento di sei mesi del termine fissato dalla legge di Bilancio dovrà essere accompagnato da un semestre di sperimentazione con un doppio regime di fatturazione carta/digitale.