Adempimenti

Sullo spesometro serve un vero bilanciamento tra costi imposti e benefici attesi

di Raffaele Rizzardi

Anche per il 2016 è in arrivo un provvedimento dell’ultim’ora per esonerare dallo spesometro i dettaglianti con operazioni sino a 3mila euro più Iva e le pubbliche amministrazioni. Lo scorso anno l’agenzia delle Entrate si era pronunciata il 6 aprile, con lo spesometro in scadenza quattro giorni dopo per i contribuenti mensili ed ulteriori dieci per quelli trimestrali. In assenza di un simile provvedimento, risulta di tutta evidenza che in così pochi giorni nessun esercente avrebbe potuto ricercare ed elaborare le migliaia di fatturine emesse a richiesta dei clienti. Pensiamo a un ristorante con dieci fatturine giornaliere, e sono 3mila per 30 giorni di apertura.

Quest’anno l’amministrazione finanziaria si fa viva con il comunicato stampa del 24 marzo , in cui vengono replicate queste ipotesi di esonero, che ogni anno vengono date sotto scadenza. Il comunicato parla anche della comunicazione delle operazioni intercorse con i Paesi black list. Come abbiamo avuto modo di riferire più volte, questo adempimento era da tempo carente della “lista”, in quanto nell’ articolo 167 del Tuir , al quale impropriamente faceva riferimento la norma di origine, era stata soppressa. Inoltre la legge di conversione del Dl 193/2016 aveva annullato questa comunicazione sin dal periodo di imposta 2016, il che non significa che l’amministrazione ha perso un significativo dato di informazione, ma che può ricavarlo agevolmente – scegliendo lei quali Paesi ritiene a rischio – dal normale spesometro delle controparti estere. Infine il comunicato stampa richiama l’esonero, concesso per legge relativamente al 2016, per coloro che trasmettono i dati al Sistema tessera sanitaria.

Al di là del prevedibile esito relativo al 2016, questa vicenda obbliga ad alcune considerazioni per il 2017. Sappiamo che lo spesometro non è stato “soppresso”, come dice la norma di legge, ma che è stato assorbito dal più penetrante obbligo di trasmissione telematica dei dati di tutte le fatture. Per chi è adeguatamente informatizzato, questo impegno non ha nessun costo significativo, ma per il mezzo milione di partite Iva che si aprono ogni anno, e per almeno il 90% di quelle in essere da tempo, la trasmissione di tutte le fatture, senza alcun esonero, è un adempimento troppo oneroso.

Torniamo a chi è sempre stato esonerato da quando esiste lo spesometro, in particolare ai pubblici esercizi che emettono fatture a richiesta del cliente. Basti pensare ai ristoranti, che rilasciano il documento promiscuo, normalmente usato come ricevuta fiscale e che diventa fattura quando il cliente mette un timbro con la ragione sociale della ditta o la scrive a penna.
Non risulta che queste fatture siano mai state utilizzate per mettere in moto frodi carosello o di altro genere. Sino ad oggi questi documenti non venivano mai comunicati: dal lato dell’emittente vi è sempre stato l’esonero, ora confermato per il 2016, dal lato del destinatario sovveniva la registrazione riepilogativa dei documenti sino a 300 euro che, con il nuovo spesometro, non avrà più nessuna rilevanza. Cioè puoi anche registrare in modo riepilogativo, ma la fatturina deve essere trasmessa singolarmente.

Questa evoluzione degli obblighi ripropone sempre lo stesso interrogativo: a fronte di un rilevante costo certo e indiscutibile per la collettività, quanta evasione fiscale è stata o sarà definitivamente accertata unicamente grazie a questi adempimenti?

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